Crotone, dopo le esternazioni di alcuni sacerdoti contro il Vescovo il cristiano può far finta di nulla?

  Riceviamo e pubblichiamo l’accorato appello del prof. Salvatore Salerno da Crotone per un dialogo costruttivo e serenità tra i membri della Chiesa di Crotone – Santa Severina alla luce degli ultimi avvenimenti non proprio edificanti.   “Mi sento smarrito. Ho meditato a lungo prima di scrivere. Alla fine è prevalso in me il senso di responsabilità che ognuno deve sentire verso gli altri.  Lo Spirito, quando siamo disposti ad ascoltarlo, ci spinge ad agire con slancio e coraggio apostolico. Scrivo nella consapevolezza che Dio si serve di noi – nessuno escluso – come si serve del fango per dare la “vista” ai ciechi. Nessun cristiano può far finta che non stia succedendo niente nella nostra Diocesi di Crotone – Santa Severina: troppi articoli su quotidiani locali, lettere, più o meno, anonime e accuse forti (a torto o a ragione, poco importa) contro il Vescovo da parte di alcuni sacerdoti. Per me, laico, non è tollerabile una situazione di questo tipo. Sono cresciuto spiritualmente sotto la guida di Don Michele Bertola, parroco piemontese in un territorio non facile come quello di Cutro degli anni ‘60/’70,  e del Vescovo Giuseppe Agostino; ho sempre guardato ai Vescovi della mia Diocesi e ai sacerdoti con il rispetto che si deve a chi sacrifica  la propria vita per gli altri, a chi serve la comunità soprattutto come sostegno nel cammino spirituale; oggi mi tocca invece assistere ad attacchi personali con toni che non si usano nemmeno tra i politicanti: “mezzacartuccia” ecc. ecc. Possibile che non ci si renda conto che questi atteggiamenti possono costituire disturbo se non ostacolo a chi è debole nella fede, a chi ancora  fa fatica a considerare la parrocchia  come una  famiglia in cui ci si ritrova insieme in Cristo, a chi vuol vedere che crediamo veramente, che preghiamo insieme, che ci lasciamo convertire insieme? Noi tutti abbiamo questo mandato: “andate e convertite il mondo”; ma siamo sicuri che evidenziare pubblicamente sui giornali la mancanza di fraternità fra sacerdoti, l’isolamento e il mancato rapporto filiale con il Vescovo, i problemi personali, l’amarezza di alcune esperienze, possa giovare alla crescita spirituale della Chiesa crotonese o che invece non possa affossarla definitivamente? Possibile che non si riescano a trovare strumenti diversi per condurre le proprie battaglie quando queste si ritengono utili alla comunità diocesana? Un’accusa su un quotidiano locale a che cosa serve se non a ferire la persona che la riceve? È questo l’obiettivo che si vuole raggiungere? Il silenzio assoluto, di tutti, su questi attacchi al Vescovo mi fa male. Possibile che nessuno avverta la necessità di mettere un freno a tutto ciò? Forse c’è chi gode addirittura se il Vescovo riceve del male o viene ferito pubblicamente? Ma è questo il mondo cristiano che si vuole costruire, è questo il mondo che vogliamo proporre agli altri? Nelson Mandela insegna: a chi gli ha regalato 27 anni di carcere, non un’offesa durante la festa di un compleanno, ha risposto con un gesto d’amore; non ha pensato certo di vendicarsi, ha semplicemente pensato a elevare la vita materiale e spirituale del suo popolo (…guardate gli uccelli del cielo …. non scrivono sui giornali …..eppure il Padre celeste li nutre!). Nel mio smarrimento ho bisogno di qualcuno che mi spieghi cosa significa ripetere durante la liturgia eucaristica: “Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell’Amore, in unione con il nostro Papa Francesco, il nostro Vescovo Domenico e tutto l’ordine sacerdotale.” Ma ci crediamo veramente o è soltanto una formula vuota ripetuta stancamente senza la giusta conversione del cuore? Io penso che i lontani, ma anche i vicini, abbiano bisogno di persone (laici, sacerdoti, vescovi, papa) che siano testimoni di santità: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”. Forse è necessario per tutti fermarsi e meditare per ritrovare la giusta Via, i toni giusti, il rispetto adeguato, l’Amore pieno, solo così potremo sperare nella crescita spirituale di questa Diocesi. Chiudo con le esortazioni di San Paolo, la prima ai Galati: “Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!…Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge.” La seconda ai Filippési: “Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.”