Pioltello, terremoto politico arrestato il sindaco Antonio Concas

Il primo cittadino è stato arrestato con l’accusa di aver ricevuto una tangente di 20 mila euro per rinnovare il contratto con Sangalli Giancarlo & C., secondo l’accusa “epicentro del sistema corruttivo”. L’azienda monzese è specializzata nel recupero dei rifiuti.

Il sindaco Concas è stato arrestato con l’accusa di aver ricevuto una mazzetta per prorogare il contratto con la Sangalli, per adibire un immobile a sede temporanea della Brianzacque (appalto non perfezionato in conseguenza delle indagini in corso) e per lo smaltimento di fanghi (valore 570 mila euro).

Giancarlo Sangalli, ed i figli Patrizia Annamaria, Daniela e Giorgio Giuseppe sono accusati di aver corrisposto una maxi tangente quantificata in oltre 1 milione di euro, suddivisa tra politici e funzionari del Comune di Monza, riuscendo a pilotare i lavori della Commissione Ambiente e la nomina dei membri della Commissione Giudicatrice della gara.

C’è poi la manutenzione del cimitero Comunale di Monza, (assegnato nel 2010, del valore di 3,5 milioni), che la Sangalli si e aggiudicata attraverso un’Associazione Temporanea d’Impresa, con Malegori Roberto, indagato per corruzione (ai domiciliari). Un geometra del Comune brianzolo (Antonio Esena) è stato arrestato. Era incaricato di controllare la regolarità dell’appalto.

Sotto la lente anche l’appalto per la raccolta dei rifiuti del Comune di Monza, (assegnato nel 2009, del valore di circa 127 milioni di euro). Indagati l’assessore con delega all’ambiente della precedente Giunta, Giovanni Antonicelli (ai domiciliari), la dirigente del settore ambiente Gabriella Di Giuseppe (in carcere), il presidente ed un componente della commissione ambiente dell’epoca, rispettivamente Antonio Gabetta e Daniele Massimo Petrucci – oggi consigliere in Provincia a Monza -, il Presidente ed il Direttore Generale di AMSA Milano in carica nel 2009, rispettivamente Sergio Galimberti e Salvatore Cappello.

La Sangalli avrebbe corrisposto 1 milione e mezzo di euro, ai due Vertici di A.M.S.A. per evitare che quest’ultima partecipasse alla gara di appalto per la raccolta dei rifiuti di Monza.

Appalti con tangenti anche per la pulizia di spurghi, manutenzione tombini e griglie corsi d’acqua assegnati nel corso degli anni dal 2002 al 2012 per un valore 13,5 milioni. Sono incolpati di corruzione e turbativa d’asta due funzionari del Servizio Idrico Integrato di M.M., Riccardo Zanella, ancora in servizio e Vincenzo Dodaro, oggi in pensione (entrambi in carcere). Con loro, Stefano Stucchi, Paolo Genovese (entrambi ai domiciliari), Carlo Alfonso Barzaghi, Luigi Massimo Samele, Daniele D’Alfonso, Marco Mauri, Dario Morganti, Alberto Marazzato, Claudio Zaccagnini, Giulio e Tullio Zanetti (per loro disposti obbligo di dimora) e Laura Milanesi, dipendente dell’azienda (ai domiciliari). Anche in questo caso i funzionari si sarebbero adoperati per redigere capitolati favorendo la Sangalli, mentre gli imprenditori, ripresi a loro insaputa dai finanzieri durante una riunione, si sono accordati illecitamente per spartirsi alcuni lotti.

I sequestri sono stati per 14 milioni di euro perchè si tratta del profitto e del prezzo della corruzione contestata alle persone coinvolte nelle indagini. E’ in corso, inoltre, l’acquisizione di documentazione presso i Comuni di Monza, Pioltello, Peschiera Borromeo, Andria, Frosinone e presso gli uffici di Metropolitana milanese.

Svelato il metodo utilizzato dai Sangalli per creare fondi neri necessari a corrompere funzionari e politici, attraverso sovrafatturazioni da parte di aziende compiacenti, pronte a restituire in contanti gli importi dei maggiori costi fatturati. Spese gonfiate che hanno consentito ai Sangalli di creare provviste di nero per circa 700 mila euro. Sulla scorta di quanto accertato, Giancarlo Tullio (in carcere), Enzo Silvio e Stefano Stella (obbligo di dimora), a cui fanno capo rispettivamente la Scau ecologica di Ceccano e la Stella plast di Lissone, sono stati accusati di emissione di fatture false.

Affinché la Sangalli non interrompa i servizi di raccolta rifiuti e per consentire ai suoi 1000 dipendenti di continuare a lavorare, la Procura della Repubblica di Monza sta ponendo in essere tutte le iniziative per garantire la continuità aziendale.

L’inchiesta della Procura di Monza sugli appalti truccati e sulle tangente ricevute da politici e amministratori locali nasce da “Briantenopea”. L’inchiesta che un anno fa aveva portato all’arresto di 37 persone.