Nelson Mandela, grande militante rivoluzionario accusato di terrorismo

Questo l’intervento della capogruppo comunale di Firenze di perUnaltracittà Ornella De Zordo.

“Per ricordare Mandela possiamo partire da anni a noi vicini. Solo nel 2008 ad esempio, il suo nome fu cancellato dalla lista dei terroristi del governo USA; ancora nel 1987, Margaret Thatcher definì l’African National Congress “una tipica organizzazione terrorista” rifiutando di sanzionare, insieme a Ronald Reagan, il governo dell’apartheid. Del resto nel 1962 fu arrestato grazie alla collaborazione del governo Sudafricano con la Cia.

E’ davvero curioso notare come alla morte di Madiba sia stato cancellato dalle biografie mainstream il suo ruolo attivo come militante rivoluzionario, pronto ad usare le armi contro l’indicibile violenza del regime sudafricano appoggiato da Europa e Stati Uniti. Si è preferito descrivere Mandela come un pacifista nonviolento. Molti di quelli che oggi lo celebrano hanno accettato, se non giustificato, quel sistema di apartheid che invece Madiba ha combattuto e per il quale ha passato in carcere molti dei suoi anni migliori.

L’apartheid finisce non per volontà dell’Occidente democratico, ma perché sconfitto dalle lotte dei popoli di Rhodesia, Namibia e Angola meridionale dove contro il regime sudafricano si vedono combattere addirittura le truppe cubane inviate da Fidel Castro. Nel 1988 il Sudafrica dei bianchi è alle corde, non basta più il sostegno dell’occidente in disprezzo di ogni più semplice e basilare diritto umano. Il movimento di Mandela si libera del giogo razzista solo grazie alle armi che in periodi migliori per l’Europa uscita dal nazifascismo avremmo chiamato “resistenti” e non “terroristi”.

E’ solo a questo punto che Madiba costruisce uno straordinario processo di pace, con il cuore e la testa che mettono al centro i diritti e le aspettative di libertà del suo popolo. Mandela è stato un combattente quando è stato necessario combattere per poter diventare un uomo di pace da una posizione di forza. Se lo ricordino quelli che invocano oggi una falsa pace sociale e criminalizzano il dissenso e la difesa dei diritti negati”.