Firenze organizzi un concerto-tributo per Mandela

Questo l’intervento della capogruppo di Noi con Matteo Renzi Bianca Maria Giocoli

“In questi giorni di generale dolore per la scomparsa di Nelson Mandela in tutto il mondo si ricordano le virtù dell’uomo che seppe plasmare un nuovo volto politico per quel gran paese che è il Sudafrica. Il giudizio comune che viene espresso è che ha saputo parlare ai nostri cuori al di là del colore della pelle, e infatti nessuna figura politica ha ispirato tanta musica come lui. Io lo voglio ricordare attraverso gli eventi e i tributi che sono serviti, attraverso la Musica, a cambiare il Sudafrica. Mandela ha detto che l’arte riesce a raggiungere molte più aree di quanto non riesca la politica, soprattutto l’intrattenimento e la musica che sono comprese da tutti e che sollevano gli spiriti e il morale di coloro che l’ascoltano. Dal 1984 l’album “Free Nelson Mandela” degli Specials, al 1985 Stevie Wonder che dedica il suo Oscar a Mandela facendo sì che la sua canzone non potesse uscire in Sudafrica, al 1986 con l’inno del trombettista Masekela o il ritmo di “Gimme hope Joanna” di Eddie Grant che ha fatto ballare mezzo mondo, ma non è altro che un attacco al regime sudafricano. Nel 1988 il primo mega concerto a Wembley con Simple Minds, Dire straits, Eurithmics, Eric Clapton, Stin,g George Michael .Nel 1990 la canzone dei Queen “I want to break free” diventa l’inno della campagna Free Mandela e nel 1990 il nuovo concerto a Wembley per festeggiare la sua liberazione con la sua prima apparizione che non è ad un evento politico ma ad un concerto rock. Da lì nuovi tributi ai vari Mandela Day o ai concerti contro l’Aids da Cape town a Madrid a New York e a Londra, con la sua apparizione al compleanno dei 90 anni. Ecco cosa manca al mondo occidentale di oggi: qualcuno che sappia parlare ai cuori dei cittadini, che dia la speranza di un mondo migliore, la volontà di battersi come hanno fatto i nostri padri per la libertà la democrazia. Utopia? Forse, ma senza utopia il mondo non cambierebbe. Facciamo nostra una delle considerazioni di Nelson Mandela: “Sono sempre più convinto che a fare la storia siano le persone comuni, la loro partecipazione alle decisioni che riguardano il futuro è la sola garanzia di democrazia e libertà”. E io aggiungo: la partecipazione è anche musica e i tributi ispirati a Mandela lo hanno dimostrato. Un ringraziamento speciale agli amici Gramigni e Bertini: la loro lungimiranza ha fatto sì che Firenze abbia avuto non solo il Pala Mandela ma anche tutte le manifestazioni a lui legate, una per tutte quella delle donne ndebela e dei loro murales. Sulla base di ciò Firenze deve avere la forza e il coraggio di organizzare un tributo a Nelson Mandela .Il mondo ce lo chiede”.