Carceri, da Regione Umbria 50 mila euro per progetti di formazione

La detenzione trova il suo senso se finalizzata al reinserimento sociale e lavorativo delle persone ristrette: commenta così l’assessore regionale alle politiche sociali, Carla Casciari, il progetto “Buoni dentro: tecniche di preparazione artigianale di pietanze tipiche umbre”, che ha coinvolto complessivamente sessanta detenuti della Casa Circondariale di Perugia (30 uomini e 30 donne) in un corso di formazione professionale di 240 ore permettendo loro di acquisire un bagaglio di esperienze che potranno mettere a frutto nel mondo del lavoro.

L’assessore Casciari, annunciando la sua presenza alla serata di beneficenza in programma domani alla Casa circondariale di Perugia, che prevede una cena interamente preparata dalle detenute che hanno frequentato il corso di formazione, ha  voluto ricordare che il reinserimento lavorativo dei detenuti e degli ex detenuti, costituisce un tassello fondamentale di quel percorso più ampio in cui una persona che sta scontando una pena, riavvia la propria esistenza facendo leva anche su nuove conoscenze e competenze acquisite nel corso della detenzione”.

L’assessore Casciari ha annunciato che la Regione Umbria continua con impegno a garantire all’interno delle carceri le varie attività dedicate ai detenuti, prima tra tutte le iniziative di formazione finalizzata all’inserimento lavorativo e che, a tal fine, la Giunta regionale, su iniziativa dell’Assessorato alle politiche sociali, ha stabilito di sostenere con circa 50 mila euro destinati ai quattro Comuni sede di istituto penitenziario, quindi Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto, azioni volte a sperimentare progetti personalizzati di reinserimento sociale e lavorativo”.

“Il numero dei detenuti presenti negli istituti penitenziari dell’Umbria negli ultimi 3 anni si è quasi triplicato rispetto alla capienza regolamentare e tollerabile – ha detto  l’assessore –  con tutte le implicazioni di natura economico, sociale e sanitaria e pregiudicando un fattivo percorso riabilitativo. La situazione delle carceri in questo particolare momento storico è complessa su tutto il territorio nazionale e quindi anche in Umbria – ha aggiunto –  In particolare risulta delicata la gestione dell’istituto di Capanne che, essendo un carcere circondariale di medie dimensioni, è l’istituto in cui  giungono la maggior parte degli arrestati sul nella regione. La complessa gestione di un istituto con queste caratteristiche di alta mobilità di popolazione penitenziaria, le pene medio brevi che vi vengono scontate, il notevole numero di detenuti stranieri, fanno di questo istituto uno dei punti nevralgici della regione in tema di sicurezza e prevenzione della devianza e recidiva, per tale ragione il sostegno delle istituzioni per l’avvio di percorsi dedicati ai detenuti assume notevole  importanza”.

“La Giunta regionale ha quindi stabilito di sostenere economicamente i Comuni sede di istituto penitenziario, riconoscendo che  questi sono chiamati per primi a far fronte alle emergenze delle persone ristrette e del fatto che  l’amministrazione penitenziaria si avvale della consolidata esperienza di collaborazione con il territorio. Una sinergia questa – ha concluso –  che ha consentito negli anni la realizzazione di iniziative e progetti finalizzati al recupero sociale dei condannati e al contenimento della recidiva”.