Vibo Valentia, minacce al testimone di giustizia Vincenzo Ceravolo 8 arresti ecco i nomi

L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata a Raffaele Fiumara, 60 anni; Eugenio Gentiluomo, 59 anni, Rocco De Maio, 43 anni, Domenico Pardea, 46 anni, Antonio Vacatello, 49 anni, Massimo Patamia, 43 anni e Pantaleone Mancuso detto Luni Scarpuni, 52 anni. L’ottava persona, Carlo Riso, 35 anni, è attualmente ricercata.

La squadra mobile di Catanzaro ha notificato una ordinanza di custodia cautelare per otto persone fermate il 25 ottobre per tentata estorsione, rapina e lesioni, aggravati dal metodo mafioso, e minacce nei confronti di un testimone di giustizia. L’ordinanza è stata emessa dal giudice distrettuale di Catanzaro dopo la convalida del fermo. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Giuseppe Borrelli e dai sostituti Simona Rossi e Carlo Villani.

Le indagini hanno avuto inizio a febbraio dell’anno in corso quando si è presentato alla squadra mobile il testimone di giustizia, Vincenzo Ceravolo, sottoposto a misure di protezione il quale ha denunciato le intimidazioni subite per ritrattare le sue accuse. L’imprenditore operante nell’export del tonno fresco del Mediterraneo, vive sotto protezione dal 28 maggio del 2003 dopo che denunciò un boss della cosca Mancuso che, insieme ad un suo affiliato, fu processato e condannato per estorsione aggravata dalle modalità mafiose. La condanna fu confermata in appello nel 2004, ma poi la Cassazione, per una questione tecnica, annullò la sentenza disponendo un nuovo processo che non è stato ancora celebrato. Proprio in questo periodo si sarebbero verificate le minacce e le intimidazioni. L’imprenditore, nel corso degli anni, ha denunciato di avere subito danneggiamenti per circa 20 milioni di euro.

Attraverso una serie di intercettazioni telefoniche gli investigatori hanno accertato che Raffaele Fiumara voleva avvicinare il testimone per indurlo a ritrattare. Dalle intercettazioni sono emersi anche i particolari di una tentata estorsione ai danni di un imprenditore vibonese. Alcuni degli arrestati avevano richiesto la restituzione di somme di denaro anticipate alla vittima per il rilascio di certificazione necessaria all’abilitazione agli imbarchi alla quale avevano poi rinunciato. Anche dopo la restituzione delle somme di denaro gli indagati ritenevano di vantare ulteriori crediti ed avevano minacciato la vittima vantando la vicinanza ad esponenti della criminalità organizzata vibonese e reggina. Il provvedimento di fermo non era stato emesso per Pantaleone Mancuso perché è già detenuto per altri procedimenti penali. Le notifiche dell’ordinanza di custodia cautelare sono state eseguite nelle carceri di Catanzaro, Vibo Valentia e Palmi, dove sono detenuti gli indagati.