Milano, smantellato un giro di sfruttatori di lucciole cinesi

La Mobile ha eseguito sette arresti a carico di altrettanti cittadini cinesi accusati di associazione a delinquere finalizzata ad estorsioni e sfruttamento della prostituzione. Il provvedimento è stato emesso dal Gip Simone Luerti su richiesta del sostituto procuratore Silvia Perrucci.

Seguendo un copione tipico della criminalità di matrice cinese, le estorsioni erano fatte ai danni di commercianti connazionali, a chi gestiva dei dormitori abusivi o di prostitute. Secondo quanto hanno riferito i poliziotti, a capo dell’associazione criminale c’erano un trentunenne detto “A Lao” e il suo vice e suo coetaneo era detto “WenJie”, che prima di unirsi erano a capo di due diverse bande di taglieggiatori.

Gli episodi di estorsione tentata o consumata contestati sono 28 nell’arco di otto mesi di investigazioni, la maggior parte dei quali nei confronti prostitute o di tenutari di piccoli bordelli ma anche di attività lecite come sale giochi e internet-point gestiti da loro connazionali attivi sia nella Chinatown che in zona Mac Mahon e piazza Pompeo Castelli.

L’indagine, chiusa nel gennaio scorso, ha preso avvio nell’aprile 2012 dopo che una telefonata al 113 fatta da un anonimo con chiaro accento orientale aveva segnalato la presenza di quattro individui che pretendevano del denaro dalla tenutaria di un bordello. Gli agenti delle Volanti intervenuti avevano fermato i quattro, due dei quali sono tra i destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare eseguiti tra il 14 e il 16 ottobre scorso.

L’operazione condotta dagli investigatori della seconda sezione della Squadra mobile è stata denominata “Hong bao” che in cinese significa “busta rossa”, termine con il quale si indica la riparazione di un’offesa o di un contrasto attraverso la dazione di denaro. Qui si intende  il “pizzo” che le vittime dovevano pagare agli arrestati, a sei dei quali (di età compresa tra i 28 e i 30 anni e tutti irregolari in Italia tranne uno) è stato contestato il reato di associazione per delinquere. Il settimo arrestato, un 21enne in possesso di regolare permesso di soggiorno, era accusato invece di unico episodio estorsivo ed è stato posto ai domiciliari.

Il potere di intimidazione del sodalizio criminale era tale che quasi mai gli arrestati hanno dovuto ricorrere alla violenza, né il capo ha dovuto intervenire direttamente con una vittima perché solitamente bastava pronunciare il suo nome. Secondo quanto riferito dai poliziotti, una parte dei proventi è stata investita dai capi (e da alcuni loro sodali) per far prostituire tre ragazze per alcuni mesi in un appartamento in zona Niguarda.