Erich Priebke, autodifesa l’ex ufficiale delle Ss insiste nella sua versione

In un video il boia nazista ribadisce, senza pronunciare una parola di pentimento, le tesi sostenute ai processi contro di lui ed in innumerevoli interviste. Le Fosse Ardeatine, dice rispondendo alle domande del suo procuratore legale, furono volute dai partigiani; era impossibile disobbedire agli ordini; fu una storia terribile, ma era la guerra. Il titolo scelto per l’ultimo saluto, che ricalca quello della sua autobiografia, è “Guai ai vinti”.

“L’attentato di via Rasella fu fatto sapendo che dopo l’attentato viene la rappresaglia, poiché Kesselring, quando aveva preso il comando delle truppe tedesche in Italia, aveva fatto mettere sui muri un avviso che spiegava che qualunque attentato contro i tedeschi sarebbe stato punito con la rappresaglia”. “Questo è risaputo – dice Priebke – e loro lo hanno fatto a proposito perché pensavano che una nostra rappresaglia poteva creare una rivoluzione della popolazione”. Inoltre la rappresaglia del 23 marzo 1943 fu “preceduta da un avviso dello stesso Kappler”.

“Il capitano Schultz fu scelto da Kappler come organizzatore della rappresaglia. Lui era già stato in guerra nel fronte contro i russi ed era più abituato alla morte e alle rappresaglie. Per noi, per me e gli altri, era una cosa terribile”. Alla domanda se fosse possibile rifiutarsi Priebke risponde che “naturalmente non era possibile rifiutarsi. Schultz prima della rappresaglia disse a tutti: ‘questo è un ordine di Hitler che dobbiamo eseguire e chi non vuole farlo meglio che si metta con le altre vittime perché sarà anche lui fucilato'”.

Il video messaggio si conclude mostrando la frase letta da Priebke nel corso dell’udienza del 3 aprile del 1996 davanti al Tribunale militare di Roma. Ecco il testo: “Sento, dal profondo del cuore il bisogno di esprimere le mie condoglianze per il dolore dei parenti delle vittime delle Fosse Ardeatine… Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto, per me l’ordine di partecipare all’azione fu una grande tragedia intima… Io penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore”.

Erich Priebke non pronuncia una parola di pentimento per quello che e’ successo alle Fosse Ardeatine.