Val Tempo

Ci sono ritornato a Pesariis ( Val Pesarina) attratto dal suo fascino, forse, anche dal suo silenzio interrotto dai passi di visitatori che armati di macchina fotografica andavano per il paese a

a casa di Olli

a casa di Olli

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interno, sala da pranzo... "Sot la Napa"

interno, sala da pranzo… “Sot la Napa”

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fotografare gli strani orologi sistemati ovunque. O dal motore di un trattorino che trasporta sul rimorchio patate appena cavate dalla terra; le case chiuse e preparate ad affrontare il rigido inverno che s’appresta, da quelli che sono ripartiti verso la Germania o come quella “ dell’indignato” che per motivi di lavoro risiede in Francia.

Perché tornare? Questo paese, Pesariis ha il suo fascino è questo a costringere al ritorno, ma anche le amicizie, perché la gente che vi abita ha piacere di ospitare purchè si abbiano certe attenzioni, certi rispetti. La comunità rispetta l’ospite, anche quello invadente che in certi casi arriva fino al privato; lo accoglie con la sua cortesia tutta carnica e con i profumi della sua cucina, piatti semplici e gustosi che si possono consumare presso l’agriturismo “ SOT LA NAPA” dove oltre a poterci alloggiare, si possono acquistare i loro prodotti tipici di propria produzione.

Non deve deludersi il visitatore se intuisce di non essere gradito, poiché sarebbe in errore dato che “loro” i residenti prima di considerarti loro amico tempo ne passa. Ma cos’è questo straordinario sentimento “ l’amicizia! “  Nel  Liside forse non fra i più noti dialoghi di Platone, ma probabilmente l’unico in cui viene messo in evidenza e luce il concetto platonico di amicizia, dove il filosofo Platone attraverso le parole del maestro Socrate fa una peculiare indagine per comprendere chi possa essere considerato amico e chi no.

La prima ipotesi di Menesseno consiste nell’identificare l’amicizia con l’amore: se qualcuno ama una persona, questa persona dovrà necessariamente ricambiare i sentimenti dell’altro. Questa tesi viene però liquidata rapidamente da Socrate, poiché sono noti a tutti i casi di innamorati non corrisposti dalle persone amate, le quali talvolta possono addirittura provare nei loro confronti odio o disprezzo: se fosse vero ciò, si dovrebbe concludere che si può essere amici di chi non è nostro amico, e quindi si può essere amico di un nemico, o viceversa essere nemico di un amico.

Socrate decide allora di affrontare la questione in modo diverso, dando tregua a Menesseno e chiamando in causa Liside. Citando Omero, secondo il quale «il dio conduce sempre il simile verso il simile», Socrate ipotizza che un individuo può essere amico solo di un altro a lui simile: i giusti infatti non sono amici degli ingiusti ma di altri giusti, e chi subisce ingiustizie non ama chi le compie; i malvagi, d’altra parte, non sono amici di altri malvagi, ma questo si spiega con il fatto che essi sono incostanti e mai identici a se stessi.

Dopo questa breve divagazione mi è doveroso fare ritorno a parlar di Pesariis e mi rivolgo a coloro che potrebbero farci ritorno e a coloro che non ci sono mai stati, andateci, visitate questo paesino ai bordi del fiabesco, dalle case in pietra e coi tetti spioventi a 45°, per incontrare il tempo scandito dai suoi strani e complicati orologi. Andateci e fatelo vivere con la vostra presenza e l’allegria e la curiosità che vi portate dietro, pensate anche a una vacanza lontana dal chiasso e dal dover ad ogni modo apparire poiché non c’è necessità di vestire griffato, né di indossare la solita maschera con la quale in città andate ogni giorno recitando la vostra parte; ma siate almeno in questa probabile vacanza estiva o invernale che sia, voi stessi con i vostri pregi e i vostri difetti, siate veri, come la gente del luogo che potrà donarvi fiducia e amicizia!

Ho soggiornato e in compagnia degli straordinari amici Ornella Ariis e Gino Comelli ho potuto con loro vedere gli scorci paesaggistici più belli, ho visto orticelli ben curati pieni degli ortaggi utili alla famiglia, la fonte d’acqua sulfurea; ma ho anche visto e toccato con mano gli utensili di un’antica segheria chiusa probabilmente a causa di una crisi economica profonda, ancora con l’odore del legno tagliato, del pavimento in tavolato lucido come fosse stata passata della cera. Con gli attrezzi appesi alle pareti impolverati, tutto sta andando in ruggine! Una vera pena e un gran peccato la sua chiusura poiché in questa falegnameria si andava a tagliare  legno su misura, per un tetto o un pavimento o per farne della madie per impastare e conservare il pane. Forse sarebbe da conservare questa segheria e preservarla dall’abbandono a cui è stata relegata poiché lei stessa è memoria delle famiglie, del paese!

E come disse l’inquieto Pavese:   un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via!”

Ma è anche vero che un paese vuole dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti!