Andare in pensione? Ecco quando con le nuove regole

Dopo i cambiamenti introdotti dal Governo Monti nel settore pensionistico, molti di noi hanno iniziato a chiedersi a che età riusciranno ad andare in pensione, con quali condizioni e a fronte di quale reddito. Facciamo quindi luce sul sistema pensionistico introdotto dalla riforma Fornero. Quando vado in pensione – D’ora in poi, l’età minima dei lavoratori privati per avere accesso alla pensione sarà di 62 anni per le donne e di 66 anni per gli uomini. Per quanto riguarda il pubblico impiego, invece, l’età di pensionamento per donne e uomini sarà uniformata ai 66 anni. Per tutti i lavoratori l’età di pensionamento nel 2021 sarà portata, seppur in maniera graduale, a 67 anni e 2 mesi. Diverse continueranno ad essere le regole per i lavoratori appartenenti ad una Cassa professionale. Avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti, architetti, giornalisti, geometri, medici, notai, ragionieri e via dicendo risponderanno ai requisiti regolamentati dalla propria Cassa di riferimento. Uscita anticipata e posticipata – Tuttavia alle donne che avranno accumulato 41 anni e un mese di contributi, e agli uomini che avranno maturato 42 anni e un mese, sarà concesso di andare in pensione in via anticipata. Dovranno però essere accettate alcune penalizzazioni sul reddito finale, corrispondenti al taglio del 2% per ciascun anno di anticipo rispetto ai requisiti di vecchiaia visti poc’anzi. Allo stesso modo, ad ogni lavoratore verrà garantita la possibilità di continuare a lavorare oltre l’età minima di pensionamento, continuando a rimanere operativo fino all’età di 70 anni, beneficiando così di interessanti aumenti del reddito finale. Perchè la riforma Fornero – Questi cambiamenti si sono resi necessari sia per uniformare l’Italia al resto d’Europa in materia di pensioni, sia per preservare la tenuta del sistema a lungo termine, quanto per ordinare i conti pubblici dati allo sbando prima dell’introduzione di questa riforma. La legge Fornero sulle pensioni, infatti, permetterà di risparmiare ben 80 miliardi di euro nel corso dei prossimi anni. Non è un caso infatti, se l’intento della sua messa in opera sia stato anche quello di salvaguardare le casse dell’Inps. Ulteriori ipotesi di cambiamento sono comunque sotto la lente dell’attuale esecutivo, anche se non sono previsti grandi cambiamenti di sorta.