Mediaset, per la Cassazione sistema per evadere il fisco ideato da Berlusconi

Nelle motivazioni della sentenza, la Cassazione, evidenzia che il Cavaliere creò il “meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti illeciti di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo. Berlusconi, conoscendo perfettamente il meccanismo – è scritto – ha lasciato che tutto proseguisse inalterato, mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti dal lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale”.

C’è “l’assoluta inverosimiglianza dell’ipotesi alternativa che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi” “da parte dei personaggi da lui scelti e mantenuti nel corso degli anni in posizioni strategiche”. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni della sentenza Mediaset.

Nelle conclusioni della Corte d’appello sul processo Mediaset si sostiene che il Presidente del PdL non poteva essere “un imprenditore così sprovveduto da non avvedersi” dei maggiori costi o al punto che i soggetti che a lui facevano riferimento potessero occultaglielo. E tali conclusioni “sono del tutto conformi alla plurime risultanze probatorie” valutate “con adeguate argomentazioni del tutto immuni da vizi logico-giuridici e, come tale, non sindacabili in questa sede”. La sentenza, che riesamina tutti i motivi di ricorso presentati dai legali e le motivazioni dei pronunciamenti dei giudici di primo e secondo grado, si compone di 208 pagine. Tutto il collegio dei giudici della Cassazione che ha confermato la condanna a quattro anni per frode fiscale figura come estensore della sentenza, e non il solo relatore, come d’uso.