Limbadi, intitolazione di una strada ad Umberto Zanotti Bianco

C’è un valore etico-culturale e simbolico nelle esperienze degli uomini, in particolare in coloro che si sono elevati con l’opera e gli ideali. E questa altezza la possiamo cogliere nella parabola esistenziale di Umberto Zanotti Bianco, a 50 anni dalla sua morte. Nato nell’isola di Creta, dove nasce il mito del labirinto e del Minotauro, della razionalità, del filo dell’amore che riesce a dominare e a sconfiggere la mostruosità dell’uomo che partorisce violenza e spietatezza. Ed è questo, più di ogni altro significato, che dobbiamo cogliere nella vita di quest’uomo che comincia il suo viaggio dove sono piantate le radici del mito, per far ritorno nella sua patria spirituale, nella Magna Grecia, in una sorta di Nostòs.

Sono i segni e i disegni che raccontano e che ci raccontano un idioma più profondo e ci spiegano più di ogni altro documento o monumento del passato, il valore di un’esperienza e l’eredità che noi, testimoni del presente, dobbiamo raccogliere per farla rifiorire nell’humus dell’impegno, dell’onestà intellettuale e nell’esemplarità dei  comportamenti, consapevoli di avere una grande responsabilità nei confronti delle generazioni presenti e future, affinché anche in loro possa scaturire l’amore, il sentimento, l’entusiasmo, il desiderio, l’impegno, come ci ha insegnato Umberto Zanotti Bianco nella sua indefessa lotta per riscattare questa terra dalla atavica sofferenza attraverso l’amore, e scavandola, così come hanno fatto i contadini per millenni.

Il 28 agosto del 1963 questo straordinario personaggio si spegneva a Roma. Lo stesso giorno Martin Luther King pronunciava il famoso discorso “I have a dream” di fronte al Lincoln Memorial di Washington. Una coincidenza che non deve passare inosservata. Anche Zanotti Bianco ha avuto un sogno e lo ha perseguito con determinazione e con grande passione: restituire dignità ad una regione che aveva dentro di sé tanta disperazione e tanta miseria, ma custodiva una immensa memoria storica, culturale e morale. Aveva chiara la consapevolezza che ogni riscatto non può passare se non attraverso la conoscenza del passato, la cultura e i valori etico-spirituali. Non a caso è stato definito un “monaco laico”. Ma il 1963 è anche l’anno in cui muore papa Giovanni XXIII (3 giugno) e in  cui viene assassinato John Fitzgerald Kennedy (22 novembre).

Il suo legame con la Calabria scaturisce appena terminati gli studi al Collegio Carlo Alberto di Moncalieri. Con pochi altri giovani appassionati si interessa delle condizioni della Calabria dopo il disastroso terremoto del 28 dicembre 1908, su esortazione di Antonio Fogazzaro, il romanziere autore di Piccolo mondo antico. Con il vicentino Giovanni Malvezzi conduce un’esemplare inchiesta sui problemi scolastici, igienici, religiosi, socio-economici ed agricoli di 38 comuni dell’Aspromonte e nel 1910 fonda l’Associazione nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno, l’Animi. Di quella fondamentale esperienza ne ha dato testimonianza attraverso la sua vena di scrittore in due libri, “Il martirio della scuola in Calabria” e “Tra la perduta gente”.

 La Delegazione Vibonese di Italia Nostra presieduta da Gaetano Luciano, insieme all’associazione culturale Alighistos, per rendere viva e vitale la memoria, l’opera e la tensione morale ed etica che hanno ispirato l’azione di Umberto Zanotti Bianco, il 14 settembre faranno una commemorazione con una evento che si svolgerà a San Nicola De Legistis, dove lo Zanotti Bianco nel 1958 si era recato per una visita al sito dove era stata rinvenuta una antefissa risalente al V secolo a.C. (lo racconta lui stesso nella rivista “Atti e memorie della società della Magna Grecia”), a testimonianza di come il grande filantropo e archeologo fosse sensibile alle realtà periferiche ed emarginate. La maschera apotropaica (che si trova al museo di Reggio Calabria) è stata riprodotta e rappresenta l’immagine-simbolo del Testimonial Umberto Zanotti Bianco, un riconoscimento istituito nel 2010, per segnalare l’impegno da parte di cittadini impegnati nel mondo delle istituzioni e della società civile per la tutela la salvaguardia dei beni culturali e ambientali, ma anche di coloro che si occupano dei problemi materiali e sociali delle classi più disagiate e più povere. Nell’occasione, oltre a rievocare la figura, l’uomo e l’opera,  verrà donata una riproduzione speciale dell’antefissa da parte dell’artista Raffaele Famà, all’associazione culturale Alighistos e alla piccola frazione di San Nicola de Legistis. Intanto la Delegazione Vibonese di Italia Nostra e l’associazione culturale Alighistos con la collaborazione della parrocchia guidata da don Francesco Pontoriero, proprio nel giorno della ricorrenza dei 50 anni della morte del fondatore di Italia Nostra, hanno inoltrato istanza all’amministrazione comunale di Limbadi per l’intitolazione di una strada.