Cosenza, la Provincia non anticipa gli stipendi ai lavoratori regionali trasferiti

Ancora una volta questa mattina il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio è intervenuto sulla vicenda dei dipendenti trasferiti dalla Regione alla Provincia di Cosenza (Legge 34/2002). Lo ha fatto nel corso di una riunione svoltasi presso il Salone degli Specchi della Provincia di Cosenza a cui hanno partecipato i lavoratori interessati.

Il presidente Oliverio, dopo aver ricordato le tappe di questa triste ed estenuante vicenda, ha ribadito ancora una volta che l’ente, a partire dal mese di agosto, non è più nelle condizioni di anticipare gli stipendi ai lavoratori regionali trasferiti alla Provincia.

“Le organizzazioni sindacali regionali –ha proseguito Oliverio- nei giorni scorsi hanno assunto l’impegno di intervenire sulla Regione perché possa essere accreditata in tempi brevi nelle casse della Provincia la seconda semestralità delle risorse previste. Noi, di contro, se ciò si verificherà, ci siamo impegnati al pagamento dello stipendio di agosto. Naturalmente a settembre si dovrà procedere, quantomeno attraverso un atto amministrativo, al riconoscimento del debito confermato e sottoscritto dai dirigenti della Regione nel corso dell’incontro di conciliazione convocato dal Prefetto di Cosenza nelle scorse settimane e alla stesura di un piano di erogazione delle somme”.

“Purtroppo, lo ripeto con grande rammarico e sofferenza –ha concluso il presidente della Provincia di Cosenza- se non avremo garantita la copertura necessaria, non potremo fare diversamente. Dico questo anche perché ci avviamo alla scadenza del mandato fissata per la prossima primavera. Chi pensa, attraverso furbizie e tranelli, di metterci nelle condizioni di lasciare debiti e buchi di bilancio, si sbaglia di grosso. A differenza di altri siamo ispirati da una concezione culturale della gestione della “cosa pubblica” che è quella di lasciare gli enti che abbiamo amministrato sempre in attivo, “in sana e robusta costituzione”. A noi, lo dico con un pizzico di orgoglio, non appartiene la cultura di chi vive all’insegna del “passa oggi che viene domani”. A buon intenditor, poche parole…”.