Giussano, ultimo saluto a Stefano Borgonovo ucciso dalla Sla a 49 anni

Nella chiesa Santi Filippo di Giacomo e sul sagrato, circa tremila persone hanno partecipato ai funerali di Stefano Borgonovo, durante i quali don Norberto Donghi ha ricordato in particolare l’attaccamento alla vita dell’ex calciatore e l’esempio che ha fornito agli altri malati di Sla. “Vivere o morire? Certo che voglio andare avanti, la domanda è stupida”, è una delle citazioni dell’autobiografia di Borgonovo citate da don Donghi, che guardando verso la bara su cui è stata posata una maglia della Fiorentina, ha sottolineato come “mentre venivano meno le forze fisiche di Stefano aumentava la sua forza interiore”.

Il parroco ha ricordato anche l’ironia dell’ex attaccante e “il coraggio nell’esporsi malato in un mondo come quello dello sport che valorizza l’atletismo. Se molti di noi hanno conosciuto la Sla – ha continuato – lo devono a lui e alla Fondazione Borgonovo. Grazie a Stefano molti malati hanno smesso di sentirsi soli”.

Al termine del rito funebre, un prolungato applauso e il coro “Borgogol, Borgogol” hanno salutato l’uscita dalla chiesa del feretro.