Reggiolo, l’orgoglio reggiano a un anno dal terremoto

A un anno dai tremendi terremoti del 20 e 29 maggio, questa mattina al Parco dei Salici di Reggiolo – teatro del principale campo di accoglienza reggiano (la notte di domenica 3 giugno, dopo l’ennesima scossa superiore ai 5 gradi della scala Richter, arrivò a registrare 700 presenze) – tutta la provincia si è riunita per ricordare quei terribili momenti insieme a chi ha operato e lavorato durante l’emergenza, alle istituzioni e soprattutto ai cittadini.

Su iniziativa di Provincia di Reggio Emilia, Comuni colpiti dal sisma e Coordinamento provinciale Associazioni  di Protezione civile, volontari, funzionari, tecnici e cittadini sono stati intervistati dalla giornalista Stefania Bondavalli  per un ricordo, un pensiero, una riflessione sul futuro. Tutti disposti a circolo dinnanzi a una platea gremita di volontari, per dimostrare anche visivamente come la sfida del terremoto sia stata affrontata, e superata, tutti insieme.

La mattinata si è aperta con la proiezione del filmato “Un sistema che funziona, una terra che resiste” realizzato dalla Provincia di Reggio Emilia e con il saluto del sindaco di Reggiolo, Barbara Bernardelli, che “nonostante oggi non vada di moda”, ha voluto ringraziare “anche i molti politici che con impegno attento e costruttivo hanno fatto sì che le cose si potessero fare bene: i  nostri cittadini sono stati pazienti e comprensivi ed hanno toccato in mano la concretezza della buona politica, le tante persone che sono state sempre presenti senza smanie di protagonismo”. “Molto è stato fatto, moltissimo resta da fare, ma tutti oggi vivono in una casa in muratura, i bambini sono tornati regolarmente a scuola, le imprese hanno quasi tutte ripreso l’attività – ha aggiunto, prima di concludere citando il poeta emiliano Roberto  Roversi –  In quelle settimane è emerso un modo nuovo di guardare il senso del bene comune, uno degli aspetti più belli che ci fanno amare questa terra. Eravamo un po’ più poveri di cose, ma un po’ più ricchi di umanità e abbiamo avuto la conferma di non essere soli di fronte alle difficoltà”.

Anche per la presidente della Provincia Reggio Emilia Sonia Masini, “resta ancora molta strada da fare, ma tanta ne è stata fatta”. “Se il “termometro” per misurare la forza dell’Italia dovesse essere l’Emilia Romagna, il nostro Paese sarebbe molto più forte – ha detto – Questa terra non si è mai fermata, neppure quando è stata colpita duramente dal terremoto. Ed è merito di tutti se abbiamo reagito con prontezza. Dopo la prima scossa il sistema si è allertato subito, era pronto a far fronte all’emergenza. Oggi non siamo qui per ricordare una disgrazia, ma una impresa collettiva, la capacità di reagire insieme ad una delle calamità più dure. Sappiamo qual è il valore della solidarietà che pratichiamo. Questa è la storia di una terra che ha tremato, ma che ha funzionato e guardato avanti con ottimismo e io sono orgogliosa di essere presidente di questa provincia”.

“La grande collaborazione e la perfetta sinergia tra tutte le diverse componenti del sistema, a volte anche in un quadro normativa che non ci aiutava”, è stata sottolineata pure dal prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro: “Domani festeggiamo i 67 anni della nostra Repubblica e mi piace sottolineare come, in quei giorni, si sia data una rappresentazione pratica di quello che vuol dire essere comunità: in quei giorni siamo stati davvero cittadini italiani e anch’io sono orgogliosa di essere il prefetto di questa provincia”.

L’assessore alla Protezione civile della Regione Emilia-Romagna Paola Gazzolo ha evidenziato il “grande lavoro corale che è stato svolto, grazie anche a 25.000 volontari, per non lasciare solo nessuno di fronte all’emergenza”. “Adesso il tema è ricostruire, nel rispetto di equità, trasparenza e legalità, che non significa burocrazia – ha sottolineato – Abbiamo già liquidato quasi 14 milioni per le abitazioni e altri 10 per le imprese, ma servono ulteriore liquidità, anche da parte delle banche, e maggior personale pubblico”.

Il saluto e il ringraziamento del vescovo Camisasca è stato portato da monsignor Tiziano Ghirelli, direttore dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, che ha ricordato i pesanti danni riportati da quasi 80 chiese, “alle quali tantissime persone  guardano  con simpatia ed affetto non solo come  luoghi liturgici, o come spazi per attività sociali e di aggregazione, ma come veri e propri elementi di identità del nostro territorio”.

Dopo gli interventi del sindaco di Fabbrico, Luca Parmeggiani, a nome dei Comuni dell’Unione Pianura Reggiana, del sindaco di Guastalla, Giorgio Benaglia, del presidente del Coordinamento provinciale Associazioni di Protezione civile Volmer Bonini e del commissario provinciale della Croce rossa Giacomo Teveri, parola a cittadini e imprenditori di Reggiolo. A Sara Lugli, presidente dell’Associazione temporanea di impresa (Ati) dei commercianti di Reggiolo, che ha dovuto abbandonare i negozi che gestiva in centro , si è trasferita in un negozio più piccolo e da poco è tornata nella sua sede,  “notando un aumento dei clienti che fa ben sperare”; a Luca Minelli, agricoltore di Reggiolo, che dopo le scosse ha abitato in alloggi di fortuna, poi in una tenda fornitagli dalla Protezione civile e finalmente ora ha un modulo abitativo per stare vicino all’azienda; alla professoressa Agnese Vezzani, nominata dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Reggiolo proprio lo scorso settembre, nel momento di maggiore delicatezza del ritorno a scuola e di gestione della riapertura dopo il terremoto; ad Arrigo Paluan,  artigiano nel campo dei prodotti per la pulizia industriale , costretto a delocalizzare la sua attività in capannoni antisismici, per il quale “la burocrazia purtroppo non si è fermata” ed ha sottolineato il problema delle strutture industriali non danneggiate, ma che sulla base delle direttive devono essere comunque  sottoposte a miglioramento sismico , “operazione costosa e per la quale risulta difficile, al momento, ricevere contributi pubblici”; all’architetto Cristiano Bernardelli, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Reggiolo, che in quei mesi ha affrontato una mole di lavoro straordinaria sia in termini di quantità che di varietà, occupandosi di edifici pubblici, abitazioni private, costruzioni industriali, edifici storici…”; a Giovanni Mortara, uno degli sfollati ospitati nel campo d’accoglienza del Parco dei salici, che in quei giorni ha trovato la forza di mettersi a disposizione   aiutando  nel lavoro di  cucina della tendopoli spontanea sorta nei pressi di  via Gavello, mensa che ha ospitato  cittadini e volontari”.

Ha concluso la bella mattinata il simpatico video musicale realizzato per l’occasione dagli Amici di Reggiolo.