Vibo Valentia, i Costruttori chiedono il rispetto della Costituzione

L’art 47 della Costituzione del 1948 recita: La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito e favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione….

Parlare oggi della Costituzione e dei suoi articoli, ci rendiamo conto può sembrare utopistico visti i tempi che corrono, tuttavia può e deve aiutare a riflettere su quella che è la situazione attuale del nostro Paese. La crisi del settore edile ha messo in ginocchio quasi tutta l’economia italiana e guardando le proiezioni nazionali, la provincia di Vibo Valentia è quella che sta pagando di più questo scotto.

I debiti che la pubblica amministrazione ha contratto con le aziende del settore hanno accentuato questo stato di crisi, l’edilizia privata è inoltre messa alle corde anche dalle banche, che hanno aumentato le distanze nei confronti delle imprese edili e dei consumatori.

Il decreto n. 256 del 2010 per l’accesso al credito sull’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali con un reddito familiare inferiore a 35.000  € e soprattutto le garanzie determinate da un fondo di 50 milioni di € dal Dipartimento della Gioventù con decreto n. 671 del 2010, sono totalmente o quasi disattesi dai maggiori Istituti di Credito, che di fatto boicottano l’intervento del Governo e frenano il rilancio del settore immobiliare.

In assenza di tali condizioni, dichiara l’Ing. Gaetano Macrì Presidente Ance Vibo Valentia, il rapporto banca-impresa concentrato sul nostro territorio principalmente con le aziende di media e piccola dimensione, si configura come un processo che tendenzialmente “accompagna” il declino delle attività produttive, accentuando di fatto la crisi. Secondo infatti le teorie economiche più consolidate, le banche dovrebbero tendere a tessere relazioni operative con le imprese molto strette, al fine di superare i problemi di asimmetria che generalmente caratterizzano i rapporti tra finanziatori e imprenditori; se in tale contesto vengono vanificati gli sforzi che la Banca Europea promuove per riattivare il rilancio dell’economia, allora è fin troppo chiaro, sostiene Macrì, che ci saranno consistenti e perduranti elementi di debolezza nel nostro territorio. Se le banche continueranno a recepire soltanto quei parametri restrittivi nei confronti delle imprese, richiamando le stesse ai rientri di fido ai primi problemi economici e  congelando mutui edilizi, si metterà ancora di più in ginocchio l’economia del territorio, con conseguente chiusura delle attività edili e perdita di posti di lavoro, oltre mille negli ultimi tempi. Sarebbe pertanto opportuno, conclude il Presidente dei Costruttori Vibonesi Macrì, che ognuno per la propria parte, contribuisse al rispetto delle regole, in un tessuto economico che non può più rimandare uno sviluppo atteso da tempo.