Luigi Preiti voleva uccidere, nessun complice solo un gesto isolato

Ha compiuto ”atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà”. E’ quanto è scritto nel capo d’imputazione della richiesta di convalida del fermo del muratore rosarnese che ha sparato ai carabinieri a Roma.

A Luigi Preiti viene contestato il tentato omicidio plurimo. Un terzo carabiniere intervenuto è rimasto incolume solo per caso. Luigi Preiti ha agito da solo. Non hanno dubbi i pm di Roma che hanno chiesto la convalida dell’arresto dell’attentatore di Palazzo Chigi. Non sono emersi elementi tali da far ritenere che l’uomo avesse complici o che abbia agito su commissione, secondo la richiesta di convalida del fermo del procuratore aggiunto Laviani e del sostituto Nespola. La richiesta e’ all’esame del gip Bernadette Nicotra.

L’interrogatorio di garanzia dell’attentatore di piazza Chigi si svolgerà domani mattina.