Forse un giorno

La metafisica è quella parte della filosofia che andando oltre gli elementi contingenti dell’esperienza sensibile, si occupa degli aspetti più autentici e fondamentali della realtà, secondo la prospettiva più ampia e universale possibile. Essa mira allo studio degli enti ( in quanto tali ) nella loro interezza, a differenza delle scienze particolari che generalmente si occupano delle loro singole determinazioni empiriche, secondo punti di vista e metodologie specifiche. Nel tentativo di superare gli elementi instabili, mutevoli e accidentali dei fenomeni, la metafisica concentra la propria attenzione su ciò che si considera eterno, stabile, necessario, assoluto, per cercare di cogliere le strutture fondamentali dell’essere. In quest’ottica, i rapporti tra metafisica e ontologia sono stretti, tanto che sin dall’antichità si è soliti racchiudere il senso della metafisica nell’incessante ricerca di una risposta alla domanda : perché l’essere piuttosto che il nulla? All’ambito della ricerca metafisica tradizionale appartengono problemi quali la questione dell’esistenza di Dio, dell’immortalità dell’anima, dell’essere “in sé”, dell’origine e il senso del cosmo, nonché la questione dell’eventuale relazione fra la trascendenza dell’Essere e l’immanenza degli enti materiali (differenza ontologica). Ora analizzando quanto sta accadendo nel nostro paese salta agli occhi una sola verità che è l’incapacità da parte di tutta quella gente che va e viene da Roma, che si riunisce senza nulla produrre, che non ha cognizione di causa e che nulla sa fare non per porre fine a un massacro ma neanche per rimediare a certi errori di valutazione gravissimi, a certi espropri, a certe inconcludenze che rasentano il paradosso.  E’ una lotta senza esclusione di colpi, è una perdita di tempo disastrosa, è un non saper far niente che a noi popolo massacrato costa moltissimo.   Se dovessimo prenderle a riferimento queste persone noi popolo saremmo divenuti peggio di loro, ma noi non siamo loro che sono distanti da noi oltre misura, noi almeno un po’ di saggezza ancora l’abbiamo. Non dobbiamo in futuro rifare gli stessi errori, affidandoci ad un ciarlatano, o di consegnarci interamente com’è già accaduto coi risultati al davanzale degli occhi, ma dovremmo prestare più attenzione al nostro esistere facendo in modo che quanto non si ripeti più.   Da ogni parte si sollevano in alto bandiere e cartelli, striscioni, insultti, offese, diffamazioni… cose che non servono a nulla, insignificanti dinanzi alla gravità in cui giace il sociale. Invece bisognerebbe anche se siamo milioni di persone comunicare, scambiarci significati, essere milioni di persone unite perché diversamente e frammentati, discriminandoci e odiandoci pure faremmo il loro gioco che sono un pugno di tiranni e non numericamente uguali a noi: NOI siamo la forza, noi siamo paese, noi siamo Repubblica. Pensateci.