Il nome di Franco Marini spacca il Pd

Approvata la proposta di Franco Marini. E’ la decisione dell’assemblea dei Grandi Elettori del centrosinistra. Ma ad appoggiare l’ex presidente del Senato è stata una minoranza del solo Pd. L’ok alla linea di Pier Luigi Bersani vanta 222 voti ma il numero complessivo dei grandi elettori democratici sfiora i 500. Senza contare che Sel si è sfilata e non ha neppure voluto partecipare alla votazione.

Contro l’ipotesi Marini si sono schierati i Renziani e i Prodiani, ma forte dissenso è arrivato anche da Veltroniani e giovani Turchi che avevano chiesto di rinviare la decisione per tentare di trovare l’intesa su un nome che raccogliesse maggiori consensi. “Si sarebbe dovuta preservare prima di tutto l’unita della coalizione”. Matteo Orfini aveva chiesto di rinviare il voto, ma la sua mozione è stata sconfitta. Alla fine Orfini ha scelto di votare contro Marini. “L’ho fatto non perché  non lo stimi ma perché  pensavo si potesse arrivare a una scelta più condivisa”, ha spiegato. Sulla linea del rinvio anche i Veltroniani, che alla fine non hanno partecipato al voto. “Mi stanno arrivando decine di mail dal territorio di gente che proprio non capisce questa scelta di Marini”, ha spiegato Walter Verini.

Il centrosinistra affronta il voto di oggi in Parlamento con una grande incognita. In questo momento, se i numeri saranno confermati, Marini potrebbe rischiare di non farcela e c’è chi pensa a un cambio di strategia, magari dalla quarta votazione. Quanto a Bersani, ha lasciato la riunione da un’uscita secondaria del teatro Capranica dopo avere ascoltato numerosi interventi durissimi nei suoi confronti, tanto che più di un deputato ha espresso la convinzione che sia stata per il Pd la prova più dura dalla sua nascita, tanto difficile da metterne a rischio la tenuta. Gli uomini del segretario difendono la scelta di Marini e contrattaccano. “Si scopre ora che “larga condivisione” significa un’intesa con il PdL?”.