La Asthon sussurra e l’India continua ad agitarsi

Catherin Asthon, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, finalmente dopo 13 mesi ha riacquistato la memoria e la voce. La baronessa, per il tramite del Suo portavoce, ha infatti finalmente espresso preoccupazione sulle decisioni della Suprema Corte indiana di proibire all’Ambasciatore indiano di lasciare l’India. Una decretazione in palese contrasto con la Convenzione di Vienna del 1961 (ratificata dall’India nel 1965 n.d.r.) che garantisce diritti di immunità ai rappresentanti diplomatici accreditati. L’Alto Rappresentante ha improvvisamente preso coscienza che l’India dal 15 febbraio 2012 continua a violare il Diritto Internazionale per quanto attiene alla vicenda che ha coinvolto i nostri Fucilieri di Marina Massimiliano La Torre e Salvatore Girone. In particolare, l’omessa applicazione nei loro confronti della “immunità funzionale” prevista dal Diritto Consuetudinario e quanto altro riguarda gli accordi sottoscritti con la Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare. La Asthon finalmente ha ritrovato la voce, ma si limita solo ad auspicare un accordo fra le parti. Non assume, invece, posizioni precise che invece si auspicherebbero per chi è stato designato a garantire gli Stati Membri sul piano internazionale. Le parole della Asthon seguono dopo un giorno le dichiarazioni del Presidente del Partito del Congresso indiano Sonia Ghandi che ”italiana diventata indiana” ha giudicato il comportamento italiano come un tradimento e si è impegnata a far di tutto perché i nostri Marò rientrino in India. Sonia dichiara “la sfida del governo italiano sulla questione dei due militari ed il tradimento dell’impegno dato alla Corte Suprema sono assolutamente inaccettabili” e continua minacciosamente che “A nessun Paese può essere concesso, dovrebbe e sarà permesso di sottovalutare l’India”. Due dichiarazioni diverse. La prima modesta, la seconda arrogante e minacciosa che conferma come in India si interpretato il concetto di democrazia. Quella della Asthon discreta nei contenuti, sfumata quasi per non “disturbare” l’antica colonia che nei secoli è stata fonte di prosperità per la Gran Bretagna. Forti le parole della Gandhi, dettate da motivi politici in quanto il Partito del Congresso indiano è da tempo oggetto di attacchi dell’opposizione che la imputa di essere troppo accondiscendente nei confronti dell’Italia e dall’influenza su Delhi del Kerala distante anni luce dalla politica del Governo centrale. La Asthon sussurra e l’India alza la voce rifiutandosi anche di dar seguito alle reiterate richieste italiane di consultazioni come previsto dalla Convenzione sul Diritto del Mare (UNCLOS). Riconsegnare i nostri due Marò in questo contesto significherebbe estradare di nuovo due cittadini italiani in uno Stato che intende giudicarli per ipotesi di reato per le quali e prevista la pena di morte. Una consegna che contrasta con gli articoli 26, 25 2 111 della Costituzione che ripeterebbe quanto avvenuto il 18 febbraio 2012 sulla banchina del porto di Koci. L’Italia sicuramente in questo momento è stata lasciata sola dall’Europa nonostante il flebile dire della Asthon che, invece, potrebbe alzare la voce se non altro tenendo conto della stretta collaborazione avviata con l’India tra i partner extra UE nell’ambito del Settimo Programma Quadro (2007-2013), grazie al quale l´India partecipa a numerose azioni cofinanziate dalla Commissione Europea, per programmi di ricerca in alcuni ambiti strategici, tra cui salute, ambiente, settore agroalimentare e biotecnologie. Obiettivi importantissimi per lo Stato asiatico dove è stimato che oggi, nonostante la crescita, risieda circa un terzo della popolazione mondiale che vive in stato di povertà. Di fronte a tale situazione, l´Unione si é impegnata ad aiutare il governo indiano per ridurre la povertà del Paese attraverso una serie di misure concrete in materia di sanità, uguaglianza dei sessi e accesso all´insegnamento primario, per le quali sono stati erogati 260 milioni di euro di fondi a favore dell’India nel periodo 2007-2013. Iniziative pregevoli che coinvolgono tutti gli Stati Membri dell’Unione, sia economicamente sia politicamente e che prevedono un preciso ruolo di vigilanza del Parlamento Europeo. Un’attenzione quella di Strasburgo che è previsto sia accompagnata dalla promozione e dal sostegno dei Parlamenti degli Stati dell’Unione. Forse nell’intera vicenda dei due Marò è mancata e continua a mancare la giusta incisività di un Paramento nazionale che rivendichi il suo ruolo in ambito europeo, agendo incisivamente e per gli aspetti di competenza sullo sviluppo del Piano Strategico dell’UE a favore dell’India ed induca Sonia Gandhi a rivedere le sue posizioni. Un’unica realtà oggettiva è comunque certa. E’ imperativo non dare il minimo spazio alle decisioni arbitrarie della Suprema Corte di Delhi che potrebbero rappresentare un precedente pericolosissimo in ambito internazionale. Il diritto di immunità dei diplomatici è fatto consolidato e non può essere messo in discussione come peraltro più volte confermato dalla Corte Internazionale di Giustizia. Roma 21 marzo 2013 – ore 15,30