Limbadi, colpo al clan Mancuso sequestrati beni per 40 milioni

Nel mirino la potente consorteria ndranghetistica calabrese con un’operazione che ha portato al sequestro di beni per un valore di 40 milioni tra i quali una società che organizza e gestisce spettacoli ed eventi a carattere nazionale, la CaMo. L’operazione interforze ha prodotto 38 arresti di persone ritenute legate alla cosca Mancuso di Limbadi.

L’operazione è la sintesi di tre inchieste condotte dai carabinieri del Ros, dai finanzieri del Gico e dalla squadra mobile di Catanzaro e rappresenta il seguito di quella condotta alcune settimane fa sempre contro la cosca Mancuso. Tra gli arrestati del Ros i due imprenditori titolari della CaMo, Nicolangelo Castagna e Filippo Mondella, accusati di concorso in trasferimento fraudolento di valori aggravato dalle modalità mafiose dal momento che la società, secondo l’accusa, era riconducibile ad uno dei boss della cosca Giuseppe Mancuso.

Il filone investigativo seguito dai Finanzieri, ha riguardato una maxi evasione fiscale con conseguente attività di riciclaggio a livello internazionale grazie anche ad operazioni cosiddette di “eurovestizione”. Si tratta di uno stratagemma che prevede l’apertura di società che operano in Italia, ma fatte passare per società di diritto estero allo scopo di non pagare le tasse in Italia, ma di farlo all’estero con una minore pressione fiscale. In questo filone sono stati arrestati, tra gli altri, anche commercialisti ed avvocati.

Nella tranche di inchiesta condotta dalla squadra mobile, infine, è stato arrestato uno dei capi della cosca, Antonio Mancuso, 75 anni.