Napoli, Comune in rosso metropolitana a mezzo servizio

“Ci sono treni del metrò fermi in deposito che non possiamo riparare perché non ci sono soldi per pagare la manutenzione ordinaria”. E’ quanto afferma sconsolata ai media locali l’assessore partenopeo alla Mobilità Anna Donati. Dopo l’Anm anche Metronapoli subisce i problemi legati al mancato sblocco dei fondi del salva-comuni. I treni in circolazione prima erano nove con due di supporto, pronti in deposito, in caso di emergenze e di guasti. Oggi sono soltanto sette, ma la differenza sta nel numero delle carrozze. I nove treni in circolazione erano composti quasi tutti da sei vagoni, per una somma che si aggirava tra le 50 e le 54 carrozze. Oggi i sette treni disponibili sono composti tutti da quattro vagoni per una somma totale di 28 ai quali si aggiungono i due della navetta Università, che prima invece viaggiava con quattro carrozze. Se prima un treno passava ogni sette minuti, adesso invece la tempistica si è spalmata e la frequenza è diminuita. Si va dai nove minuti, al quarto d’ora. Questo significa che i tempi sono quasi raddoppiati. “Basti pensare – spiega la Donati – che per mantenere la frequenza in nove minuti si fa un treno a doppia composizione e non tripla come avveniva prima, questo ovviamente impedisce a molti utenti di prendere il treno”. Non è colpa dell’azienda guidata dall’amministratore unico Alberto Ramaglia se oggi ci si trova in queste condizioni di gravi disagi. La Donati spiega i motivi dell’attuale condizione. “Le due partecipate della mobilità vantano crediti nei confronti del comune per 350milioni. Del fondo di anticipo alle due aziende sarebbero spettati 120 milioni, così il Comune avrebbe potuto pagare i debiti pregressi dovendo rispettare il cronologico. Se questi soldi arrivassero, una quota robusta andrebbe appunto ad Anm e Metronapoli, perché sono le aziende alle quali non riusciamo a corrispondere l’ordinario”. Alle porte ci sono nuove aperture previste, come quella di piazza Garibaldi, che dovrebbe avvenire dopo l’estate. Si rischia dunque di ritrovarsi con una linea più lunga e pochi treni disponibili.