Reggio Calabria, minacce ai magistrati Antonio De Bernardo e Francesco Mollace

Un pezzo dello Stato nel mirino. Una cartuccia per kalashnikov in un plico intercettato nel Centro smistamento delle Poste di Reggio Calabria indirizzato ai magistrati Antonio De Bernardo e Francesco Mollace. De Bernardo lavora alla Dda di Reggio Calabria, mentre Mollace, dopo una lunga esperienza alla Procura reggina, è in forza adesso alla Procura generale.

Insieme Mollace e De Bernardo, il primo come titolare ed il secondo come applicato, stanno rappresentando la pubblica accusa in alcuni tra i processi più importanti alla ‘ndrangheta. Tra questi il dibattimento sull’omicidio di Gianluca Congiusta, ucciso a Siderno in un agguato il 24 maggio del 2005, e quello sull’assassinio del boss Salvatore Cordì, avvenuto a Siderno il 31 maggio del 2005. I due processi si stanno caratterizzando per l’apporto significativo di alcuni collaboratori di giustizia tra cui Giuseppe Costa, fratello del boss Tommaso, accusato dell’assassinio di Gianluca Congiusta, e Domenico Oppedisano, fratellastro di Salvatore Cordì.

L’intimidazione ai danni di Mollace e De Bernardo segue quella analoga compiuta l’8 marzo scorso ai danni di un altro pm della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, anch’egli impegnato in importanti processi contro la ‘ndrangheta, al quale è stata inviata una busta, anche questa intercettata nel Centro di smistamento delle Poste, contenente 50 gr di polvere pirica. Nella busta venne trovato anche un biglietto con la frase: “Se non la smetti ci sono pronti altri 200 kg”.