Cividale del Friuli, personale arte sacra di Gianni Maran

IXΘYΣ è il simbolico titolo della mostra personale di Gianni Maran, che sarà inaugurata a Cividale del Friuli (Ud), nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti, il 22 marzo alle ore 18, con intervento critico di Enzo Santese. Tre i significati: nome greco che significa “pesce”, acrostico religioso risultato delle prime lettere della locuzione tradotta “Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore”, tematica per la quale l’artista Gianni Maran è stato insignito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del premio di rappresentanza per una mostra nel 2011 allestita ad Aquileia, in concomitanza con la visita di Benedetto XVI. 0000560 163348_487585931284525_844989573_n “L’Amministrazione ha scelto per il periodo pasquale – spiega il sindaco Stefano Balloch – di proporre alla città questa mostra che si preannuncia di sicuro spessore culturale, visto il messaggio delle opere e la poliedricità dell’artista. Il suo stile lascia un segno originale e indelebile”. Nato a Grado, Gianni Maran agli inizi degli anni ‘80 allestisce la sua prima personale, successivamente continua lo studio artistico come pittore e scultore ma anche come scenografo, costumista, regista teatrale, autore di cortometraggi. Ha allestito numerose mostre personali in tutto il territorio nazionale in importanti gallerie e prestigiosi spazi pubblici, riscuotendo grandi consensi da parte del pubblico e della critica specializzata. 164740_164292870280501_5340813_n download Recentemente ha partecipato a esposizioni internazionali in Brasile, Praga, Stoccarda, Helsinki, Istanbul, Copenaghen, Buenos Aires, Montevideo, Amburgo, Vilnius, Sydney, Colonia,Vienna, Dubai. “La particolarità della mostra – conclude il Sindaco Balloch – testimonia, ancora una volta, la posizione centrale che Cividale del Friuli riveste nell’ambito del settore espositivo, di sicuro e forte richiamo. Il calendario delle mostre organizzate nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti è fittissimo e la richiesta di poter esporre a Cividale è molto forte”. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 21 aprile, con ingresso libero, venerdì dalle 15 alle 19, sabato e festivi dalle 10 alle 19.30. rev81319(1)-ori Info: Ufficio Cultura tel. 0432/710350, InformaCittà, tel. 0432/710460, www.giannimaran.it; www.cividale.net. Cividale del Friuli - Duomo e Municipio Uno dei perni generatori della riflessione di Gianni Maran è il pesce, creatura capace di esprimere il carico simbologico che la cultura di tutti i tempi le attribuisce. Il suo nome greco (IXΘYΣ) dà titolo alla rassegna cividalese e non è un caso che sia acrostico significativo, il risultato delle prime lettere della locuzione tradotta “Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore”. Già dal primo secolo, i cristiani fecero un acrostico della parola “pesce”, in greco ictys: Iesous Christos Theou Yios Soter, (ICTYS) ovvero: Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.  La parola greca maiuscola e minuscola:  , è la parola usata nel Nuovo testamento per la parola “pesce”. L’artista lo concepisce non solo come una porzione di natura che fluttua nell’acqua, ma un involucro seducente di significati allegorici che corrispondono alle condizioni dell’uomo sulla terra. Per Gianni Maran l’Adriatico è potenza delle correnti, forza dell’acqua, brulicare di vite nella fluidità della sua sostanza, carico di mistero che racchiude anche per l’uomo di oggi. Tutti temi, questi, che emergono mirabilmente nella sua pittura. Le sue opere sono infatti finestre aperte sugli abissi mediterranei, dove l’occhio dell’artista vede scorrere pesci che disegnano teorie ed evoluzioni geometriche, nelle quali sono “nascosti” racconti popolari e mitologie personali. Per Maran il pesce rimanda alla cristianità. Quando si sentivano minacciati dai Romani, nei primi secoli dopo Cristo, i cristiani marcavano i luoghi delle riunioni e le tombe con il classico segno del pesce, anche per distinguere amici da nemici. Secondo una storia antica, infatti, quando un cristiano incontrava uno straniero per strada, il cristiano tracciava un arco per terra e, se lo straniero completava il disegno con un arco opposto, si identificava anche lui come cristiano.