Rizziconi, Francesco Raso ucciso da un parente per una questione di terreni

A sparare contro il bracciante agricolo di 55 anni, affrontato nel suo podere di “Vennarella”, è stato qualcuno che la vittima conosceva abbastanza bene. Forse tra i due ci sarebbe stata in precedenza una discussione, provocata da motivi di interesse per un modesto appezzamento di terreno. Il killer conosceva le sue abitudini e sapeva che Raso si trovava nel fondo rurale per lavorare. È stato facile localizzarlo e fare fuoco. E l’arma, usata, un’automatica di grosso calibro, la dice lunga sulle sue intenzioni.

I militari dell’Arma intervenuti sul posto con il Capitano Cinnirella, Comandante la Compagnia di Gioia Tauro, non appena lunedì pomeriggio dal pronto soccorso del Giovanni XXIII si è appresa la notizia dell’arrivo del ferito, morto subito dopo il ricovero, hanno rinvenuto per terra alcuni bossoli esplosi che hanno consentito di poter risalire al tipo di arma usata dal killer. Si tratta di una calibro 9 lunga, dalla quale sono partiti i colpi esplosi sicuramente da breve distanza. A quanto è stato possibile apprendere Francesco Raso è stato raggiunto da un colpo al collo e da altri due colpi al torace.

L’identità dell’assassino è ormai acclarata, così come il suo grado di parentela con la vittima. E questo grazie a una preziosa testimonianza. Il cauto ottimismo che già lunedì sera si notava tra gli investigatori aveva lasciato intendere che i Carabinieri fossero già sulla pista buona per assicurare una svolta positiva alle indagini.