Bersani lavora ad un governo di minoranza

“Mercoledì prossimo lo proporrò in direzione, poi al Capo dello Stato. Io lo chiamo un governo del cambiamento, che mi assumo la responsabilità di guidare, che propone sette o otto punti qualificanti e che chiede in Parlamento la fiducia a chi ci sta”. Pierluigi Bersani prova a giocarsi la carta di un governo che ottenga la fiducia dei più “responsabili” facendo leva certamente su Mario Monti e poi sul “reclutamento” evidentemente in atto sia nel PdL che fra i grillini. Il modello è quello Crocetta. In Sicilia il Governatore è riuscito, con l’avallo grillino, lentamente a conquistare i numeri per una maggioranza solida. Del resto i numeri lasciano intendere che un Bersamonti al Senato ha necessità di una ventina di senatori per arrivare a “campare”.

Bersani prova anche ad “ingolosire” i “responsabili” con l’ipotesi di offrire le alte cariche dello Stato a M5S e PdL. “Voglio ribaltare lo schema – spiega Bersani -. Mercoledì prossimo in direzione mi assumerò la responsabilità di formalizzare la proposta di un governo di cambiamento, che segnali in modo netto il cambio di fase con sette-otto punti programmatici. Il primo tema è l’Europa. Voglio che il prossimo governo ponga una questione dirimente, di cui ho parlato al telefono con Hollande l’altroieri: l’austerità da sola ci porta al disastro. In sede europea, tutti devono mettersi in testa che il rientro dal debito e dal deficit è un tema che va spostato nel medio periodo: ora c’é un’altra urgenza assoluta, il lavoro”.

“Il secondo tema – prosegue – è quello sociale. Il disagio è troppo forte, i comuni devono poter aprire sportelli di sostegno, bisogna sbloccare subito i pagamenti della Pa alle imprese e introdurre sistemi universalistici negli ammortizzatori sociali. Il terzo tema è la democrazia. Il nuovo governo – sottolinea -, immediatamente, deve dimezzare il numero dei parlamentari, abbattere gli stipendi al livello di quelli dei sindaci, varare leggi che regolino la vita dei partiti e non solo per i finanziamenti, che inaspriscano drasticamente le norme anti-corruzione e che regolino finalmente i conflitti di interessi”.