Graziella Idà porta sul palcoscenico la storia Soriano Calabro

Organizzato dall’Ufficio diocesano dei Beni Culturali, dall’Associazione Krisis, dal Gruppo “Saturnino Peri” del Meic, dalla Cooperativa Aristippo e  dal mensile culturale di laici Kairos dell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina, nel Salone della Biblioteca del Museo Diocesano di Santa Severina, ieri 20 febbraio, è stato presentato il libro “Il Quadro – il Coraggio di credere”, di Graziella Idà da Soriano Calabro, edito nel settembre 2012 da Calabria Letteraria di Soveria Mannelli e già finalista al Premio “Un libro amico per l’inverno 2012 – 2013”. Numeroso e qualificato l’uditorio; presenti, tra gli altri, Diodato Scalfaro Sindaco di Santa Severina, Don Serafino Parise parroco della Cattedrale santaseverinese e Vicario diocesano per le Attività Culturali in rappresentanza dell’Arcivescovo Domenico Graziani impossibilitato a presenziare per motivi di salute, la prof. Antonella Parise Assessore alla Cultura del Comune siberenese, il Dirigente scolastico emerito Antonino Anili, Don Francesco Antonio Spadola Codirettore del mensile Kairos e il prof. Pasquale De Masi regista cinematografico. Relatore della conversazione sul libro di Graziella Idà il giornalista prof. Mimmo Stirparo. Ha dato l’incipit alla conversazione Pino Barone, presidente della Cooperativa Aristippo e geloso custode della Biblioteca diocesana oltre che dello stesso Museo di Arte Sacra, il quale si è detto ben felice di ospitare, per la prima volta, nello spazio bibliotecario, una conversazione di presentazione di un libro come segno di divulgazione della Cultura. È seguito il saluto del sindaco Scalfaro che ha inteso ringraziare gli ospiti presenti augurandosi un gemellaggio tra i borghi storici di Santa Severina e Soriano Calabro, distanti geograficamente ma molto vicini e simili per ricchezza artistica e culturale. Il Vicario Don Serafino Parise ha porto il saluto dell’Arcivescovo e ha parlato del Museo e della Biblioteca come spazi conservatori della storia ma vivificanti di cultura che devono aprirsi alle nuove generazioni per la crescita di esse e quindi ha auspicato la  continua promozione di eventi culturali nel territorio crotonese.

Quindi ha introdotto e coordinato l’incontro culturale la giornalista e scrittrice Lucia Bellassai che ha presentato il relatore Stirparo ed ha  espresso lusinghieri apprezzamenti per il lavoro svolto dall’autrice del libro Graziella Idà, un’operatrice culturale a tutto campo che ama indagare tra storia, tradizioni e personaggi della società sorianese di oggi perché si possa e si debba amare e salvaguardare ciò che è stato il passato perché non ci può essere futuro di un popolo senza  un tornare proficuo indietro nel tempo.

Mimmo Stirparo, nel suo intervento, ha fatto un’ampia ed approfondita panoramica sulla storia del Quadro achiropita raffigurante San Domenico di Soriano, sul suo antico e grandioso Convento, ritenuto per secoli la “Santa Casa” dell’Ordine dei Padri Predicatori e sul suo popolo sorianese. Il libro della Idà, che in copertina è corredato dalla suggestiva immagine “La forza di credere” tratta da una tela dello scultore e pittore sorianese Antonio Ranieri, che vive ed opera a Bilbao, ruota, in forma di rappresentazione teatrale, attorno ai personaggi che hanno vissuto e costruito la storia del Quadro e della cittadina sorianese. Tra questi, due archeologi dei tempi nostri che “hanno riportato alla luce frammenti di storia, sottratti all’incuria umana”, i frati predicatori, contadini e muratori, e le tre donne protagoniste dell’ “apparizione”: la Vergine Madre di Dio, santa Caterina d’Alessandria e santa Maria Maddalena. “È un bel libro- ha voluto sottolineare Stirparo – che si fa leggere tutto di un fiato, che ti attrae e ti coinvolge dalla prima all’ultima pagina perché miniera di dati, documenti, notevoli richiami bibliografici e ricerche, fatti storici ormai acclarati e momenti di alta spiritualità. È una pagina bella dalle intense sollecitazioni interiori, col recupero di valori mai traditi. È teatralità che si fa storia, racconto – poesia della libertà di un popolo che si affranca solo col ‘suo’ Santo”. Insomma – ha concluso il giornalista di origine sorianese – con “Il Quadro – il Coraggio di Credere”, la scrittrice di Soriano ci regala una nuova prova delle sue qualità narrative, raccontando vicende e comportamenti che non sono frutto di fantasia ma figli della storia e della fede”.

Ha chiuso la sequela di interventi l’autrice del libro molto emozionata. Graziella Idà, nel premettere il suo contributo, ha porto i saluti della Comunità dei Padri Predicatori e del Rettore del Convento P. Remigio Romano e dell’Arch. Francesco Bartone sindaco della città di San Domenico il quale invita  gli ospiti della conversazione e gli Amministratori di Santa Severina a visitare Soriano. Idà ha sottolineato la bontà della conversazione nell’antica Siberene come “un incontro tra luoghi perché Santa Severina e Soriano Calabro sono due luoghi particolari, solo a vederli si percepisce e si respira la cultura, la storia, l’arte, le tradizioni che affascinano il visitatore che passa e si ripropone di ritornare per scoprire ogni volta un aspetto diverso, per affezionarsi fino ad eleggerli come ‘Luoghi del cuore’”. Il libro, oggetto della conversazione, la scrittrice sorianese ha ribadito che “nasce dal desiderio di raccontare sottovoce ‘i luoghi che danno senso ad una storia’, quegli stessi luoghi che sono stati la culla della Magna Grecia, i luoghi che odorano di fatica e faticano a farsi notare”.

La piacevole serata di conversazione sul libro è stata inframmezzata da interessanti cortometraggi del regista De Masi realizzati fra i vicoli del borgo sorianese e fra i poderosi  ruderi dell’antico convento domenicano somigliante all’Escoriale di Madrid distrutto dal terremoto del 1783. Inoltre, uno dei video ci ha offerto la testimonianza del Vaticanista Rai il calabrese di Siderno Enzo Romeo per il quale, tra l’altro, con il lavoro editoriale presentato “  si realizza il sogno dell’amica Graziella Idà che è quello di far salire un giorno sul palcoscenico il proprio paese  per narrarne le vicende e presentarne i personaggi”.