Un ricordo del crotonese Nino Demme, poeta e uomo, l’uomo della gioia

    “È notte di Natale!/ Solo in una corsia di ospedale!/ Il pensiero corre alle persone care/ agli amici lontani/ che stringo tutti al petto/ in un accorato singhiozzo/…Pensatemi! Sono in mezzo a voi./ Ho fra le mani un fazzoletto / di lacrime inzuppato./ Vorrei aspergerlo alle pareti/ come acqua benedetta./…Ma questa sofferenza mia/ non va dimenticata./ Ha già scavato profondamente/ una data, un nome:/ Notte di Natale”.  Ed ancora in un’altra accorata lirica: “ Dio mio, no! Ti prego: è troppo presto/ se dovessi venire a Te!/ Lasciami soffrire e non morire./…Fammi vivere o Dio,/ perché ho tanta voglia di vivere!/ Insaziabile brama di parlare di Te/ Dovrò vivere perché non ho amato sinora/ come avrei dovuto…/ L’ho capito in tanto struggente dolore…”. Sono gli ultimi versi scritti dal letto della sofferenza, in quel di Verona, negli ultimi giorni della sua esistenza. Sono gli ultimi “pensieri d’amore” arrivati fino a me, in questi giorni, tramite l’amico comune il poeta Pino Perri. Da questi ultimi pensieri piace avviare il ricordo di Nino Demme a 75 anni dalla sua nascita ( Papanice 1938 – Crotone 1991). Già nel 1998 ebbi il privilegio di scrivere una recensione sulla sua poetica dalla quale traspare una poesia essenziale e semplice e nel contempo ricca di tanta profondità. C’è nei suoi “Pensieri…”la calda interiorità di un animo ricchissimo che trova nell’immediatezza dell’espressione un mezzo naturale per dichiarare tanta spontaneità ed un forte bisogno di amore, di Dio, bisogno di comprensione e di bontà universale. La sua poesia è importante perché tutti abbiamo bisogno di serenità, di calore e speranza. Demme spesso diceva che “amare non costa fatica. Ci si addormenta sereni e i sonni sono tranquilli…è dolce il risveglio augurando il buon giorno. Ci si sente amico di tutti, padrone del mondo”. Il giornalista Rodolfo Bava (Calabria Kroton, 1991) lo ricordava così. “Era un fervente e praticante cattolico, dall’animo puro e semplice. La famiglia, la religione, la cultura rappresentavano il trinomio della sua esistenza. I suoi articoli erano un ‘inno’a Dio.”. Tra gli impegni del lavoro in fabbrica, la Montedison, e il volontariato parrocchiale, si ritagliava lo spazio per eternare il suo pensiero e il suo insegnamento. E così ci ha  lasciato le raccolte di poesie “Foglie al vento”, “Lungo la siepe” e “Gocce di rugiada”; ci ha lasciato anche tanti articoli e profondi e coinvolgenti racconti. La sua attività poetica è stata accolta sempre benevolmente e con merito dalla critica, dai lettori e dai colleghi di lavoro che ancora lo ricordano per la sua benevolenza e disponibilità. Prima di morire Nino scrisse in prefazione alla sua “Gocce di rugiada”: “Anche la Terra può essere Paradiso. Scriveva Mozart alla propria moglie: ‘Toccare il cielo è qualcosa di sublime, ma anche la nostra terra è incomparabilmente bella…’. Non possiamo essere padroni dell’uno e dell’altra. Il prezzo d’acquisto è l’Amore”. È stato questo, Nino Demme. Poeta e uomo, l’uomo della gioia, perché la gioia, scriveva lo stesso, è “Allegra musica/ nel cuore./ Spiegare le ali dell’anima/ e volare…/Leggeri./ Lontano…/Poi tornare vicino a noi/col cuore gonfio, più grande/ le mani piene/ gli occhi luminosi/e le labbra coperte dal sorriso”.