Massimiliano e Salvatore, gli italiani vi sono vicini

E’ trascorso un anno da quando Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono in ostaggio dell’India . Mi sarei aspettato questa mattina di sfogliare i quotidiani o prestando attenzione ai notiziari di leggere o ascoltare parole di rinnovata vicinanza delle Istituzioni a questi due nostri militari che sono lontani dalle loro famiglie da 365 giorni. In particolare da chi dovrebbe essere attento ai problemi dei propri soldati, come qualsiasi Comandante eticamente è spinto a fare in circostanze simili. Nulla di tutto ciò. Tace il Capo delle Forse Armate designato alla carica dalla Costituzione italiana, è in silenzio il Ministro degli Esteri che fin dall’inizio ha deciso una strategia di uscita che dopo 365 giorni ancora non sembra dare risultati concreti, tacciono il Ministro della Difesa ed il capo di SM della Difesa, ambedue Ufficiali di alto rango della Marina Militare. Tutti costoro oggi tacciono mentre in questi 365 giorni hanno proferito rare parole di circostanza accompagnate da certezze che il problema sarebbe stato risolto da mesi, confutate dalla realtà degli eventi. Non rimaniamo in silenzio, invece, noi cittadini che da un anno cerchiamo di tenere alta l’attenzione sulla vicenda ed esprimiamo tutto la nostra preoccupazione per i due Fucilieri di Marina e tutto il nostro sdegno per il “peso” che l’Italia sta dimostrando in ambito internazionale e per l’assoluta disattenzione nei confronti della nostra Nazione dell’ONU e di quella Unione Europea che a parole è impegnata a raggiungere una condizione sovrana di Stati Uniti d’Europa, ma di fatto dimostra di essere solo una holding economica peraltro poco affidabile ed è assolutamente disattenta ai problemi dei suoi stati Membri. Io modestissimo Comandante avrei aperto la giornata lanciando ai miei ragazzi lontani un saluto in occasione della giornaliera cerimonia dell’Alza Bandiera, oppure espresso la mia assoluta vicinanza morale con un messaggio riportato nell’Ordine del Giorno. Nulla di tutto ciò invece dalle Istituzioni, non un’Agenzia né un comunicato per ricordare agli italiani che lo Stato non dimentica i suoi uomini. Non credo che gli italiani vogliano un’Italia come questa, piuttosto sono convinto che cominciano ad essere stanchi.