Solitudine e follia raccontate in Parrucche – Come la moglie di Barbablu

“Parrucche – Come la moglie di Barbablu” è il nuovo progetto teatrale prodotto dall’associazione Comunicazione Reale e promosso da Zètema progetto cultura per la chiusura del carnevale romano. Lo spettacolo, scritto e diretto da Fabio Mureddu, sarà messo in scena, gratis fino ad esaurimento posti, martedì 12 febbraio presso il Casino Nobile di Villa Torlonia alle ore 20 ed in replica alle 22. In scena Giordana Morandini accompagnata dalla voce di Virginia Quaranta e la chitarra di Tommaso Cuneo. Il nuovo lavoro di Fabio Mureddu si intreccia con fiaba di Barbablu trascritta da Charles Perrault nel XVII secolo. La fiaba, è noto, racconta la storia di un uxoricida e della moglie che scopre l’orrore dietro ad una porta che le era vietato aprire. Nella piéce la protagonista, Vannina, è una donna che si ritrova in condizioni molto simili a quelle della moglie di Barbablù. Ha un marito ricco e vive in una bella casa nella quale resta troppo spesso sola. Nel suo racconto, dai toni ironici e tragici, Vannina tira fuori le sue frustrazioni, le negazioni, i divieti; passa in rassegna tutta la sua vita, le sue storie di bambina e di ragazza i cui bei sogni si sono rivelati troppo presto irrealizzabili. Lo spettacolo “Parrucche – Come la moglie di Barbablu” approfondisce significato della fiaba quello, cioè, di conservare la libertà di vedere gli altri anche negli aspetti più riposti, più segreti e potenzialmente più pericolosi, attraverso un racconto dai toni alternati e sospesi tra il noir e l’ironia. «La cosa bella delle vecchie favole – dichiara Fabio Mureddu – è la perenne attualità dei loro messaggi. Una favola come quella di Barbablu si presta, nonostante il contenuto macabro, ad una rivisitazione più leggera e, perché no, anche divertente, pur mantenendone l’ambientazione noir ed il messaggio dell’importanza della realizzazione di se stessi». Parrucche