E’ finito il Pontificato di Benedetto XVI. Lascia per età avanzata

Il Papa in visitaLo ha annunciato lui stesso, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. La “ingravescentem aetatem”, cioè l’età avanzata, è tra i motivi addotti dal Papa per le sue dimissioni che saranno effettive il 28 febbraio.

Il Pontefice ha spiegato di sentire il peso dell’incarico, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.

“Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile2005”. Lo ha detto Benedetto XVI annunciando le sue dimissioni.

Il papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indica un conclave per l’elezione del successore. La “sede vacante” dopo le dimissioni di Benedetto XVI scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovrà quindi essere convocato un conclave per l’elezione del nuovo Papa.

Benedetto XVIAd 86 anni il Papa tedesco lascia l’incarico

Joseph Ratzinger-Benedetto XVI è stato il 265esimo Pontefice di Roma. Nono successore tedesco di Pietro, figlio di un poliziotto e di una cuoca, è nato a Marktl am Inn, il 16 aprile 1927.Teologo, uomo timido dotato di grande capacità di ascolto, maestro nel predicare in modo accessibile anche sui temi più complessi.

In quasi otto anni da Papa ha incontrato milioni di persone, ha compiuto decine di viaggi internazionali e in Italia, ha scritto varie encicliche per dire che l’amore e la speranza non sono qualcosa ma qualcuno, cioé Cristo, e per rinnovare la dottrina sociale della Chiesa.

Ha scritto il Gesù di Nazareth in più volumi, per mostrare che la fede non è un elenco di proibizioni ma un rapporto di amicizia con il Dio fatto uomo. Ha posto i temi della povertà e dell’Africa, dei giovani, dell’ecumenismo e dell’annuncio della fede al mondo secolarizzato al centro del proprio regno. Ha lottato energicamente contro la pedofilia del clero, imponendo una inversione di rotta nella coscienza, nelle norme e negli atteggiamenti della Chiesa nei confronti dei preti pedofili. Trascorsa l’adolescenza a Traunstein, negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale è stato arruolato nei servizi ausiliari antiaerei, mentre era iscritto d’ufficio alla Gioventù hitleriana. Prete dal 29 giugno 1951, addottorato in teologia con una tesi su sant’Agostino e abilitato alla docenza con una su san Bonaventura, è stato docente a Frisinga, Bonn, Muenster, Tubinga e Ratisbona. E’ stato esperto al Concilio Vaticano II.

Nel ’77 Paolo VI lo ha nominato arcivescovo di Monaco e il 27 giugno lo ha creato cardinale. Il suo motto episcopale è stato “Collaboratore della verità”. Ha partecipato ai conclavi che nel ’78 hanno eletto papa Luciani e papa Wojtyla. Nell’81 Giovanni Paolo II lo ha nominato prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. E’ stato presidente della commissione per la preparazione del Catechismo della Chiesa cattolica, vice decano e poi decano dei cardinali. E’ stato eletto papa il 19 aprile del 2005, al quarto scrutinio. Numerosissime le sue pubblicazioni prima dell’elezione, ma anche da papa ha coltivato il dono della scrittura, innovando la comunicazione papale, in particolare con la lettera agli irlandesi sullo scandalo della pedofilia, e con quella ai vescovi sul caso del vescovo lefebvriano negazionista Williamson. E’ sbarcato anche sui social network, con un profilo Twitter. Tra i suoi documenti anche due Motu proprio del 2007: uno per ripristinare la maggioranza dei due terzi per l’elezione di un pontefice e l’altro, il Summorum Pontificum, che ha liberalizzato la messa in latino. La lettera ai cinesi del 2009 non ha dato alla lunga i risultati sperati nei rapporti con Pechino, che resta una criticità della Santa Sede.

Ora il fulmine a ciel sereno, la decisione di lasciare il Pontificato.

Un annuncio che lascia tutti di sorpresa. Il testo integrale

”Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio – prosegue il documento – sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più  adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, e’ necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità  di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravita’ di questo atto, con piena libertà , dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20:00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà  essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice”.

”Carissimi Fratelli vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù’ Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché  assista con la sua bontà  materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò  servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”.

BOLLETTINO N. 0089 – 11.02.2013 3 Dal Vaticano, 10 febbraio 2013 BENEDICTUS.  

Ecco i precedenti dei pontefici dimissionari

Ponziano, santo (230 – 235) – Il vescovo Ponziano (allora non c’era ancora il titolo di papa) fu comandato “ad metalla” cioè al lavoro forzato nelle miniere in Sardegna ove poi morì per gli stenti della prigionia ed egli, già al momento del suo forzato allontanamento da Roma, aveva rinunciato formalmente al proprio incarico, invitando la comunità ad eleggergli un successore. E questa fu la prima abdicazione papale.

Giovanni XVIII, Giovanni Fasano (1009 circa) -Era diventato papa per volontà di Giovanni Crescenzio III (uno dei capi delle fazioni nobiliari romane che da anni si arrogavano il diritto di imporre ai romani ed al clero il nominativo del papa da eleggere). Non è però proprio certo che sia stato dimissionario.

Benedetto IX, Teofilatto dei conti di Tuscolo (1032 – 1045) – Gli fu affidato il papato dal padre Alberico, capo della fazione dei Tuscolo, che consideravano il papato come una eredità familiare. Nel 1044 a Roma scoppiò una sommossa contro lo strapotere dei Tuscolo. Benedetto IX venne detronizzato e gli si contrappose Silvestro III, che però venne a sua volta cacciato via; Benedetto IX venne reintegrato, ma cedette la tiara per denaro al suo padrino di battesimo, l’arciprete Giovanni Graziano. Inoltre lo stesso Enrico III fece dichiarare deposti in contemporanea tre papi: Benedetto IX, Silvestro III e Gregorio VI.

Celestino V Santo, Pietro da Morrone (1294) -Fu un uomo di grande santità, eremita per molti anni, ma che non aveva esperienza di governo. Fu succube di Carlo II d’Angiò (detto lo Zoppo) e trasferì la sede apostolica a Napoli. Abdicò dopo cinque mesi di pontificato e chiese di poter tornare nel suo eremo. Ma il suo successore Bonifacio VIII lo tenne rinchiuso nella rocca di Fumone in provincia di Frosinone fino alla morte (1296). Secondo una voce popolare assai diffusa, Bonifacio VIII – temendo uno scisma che i suoi oppositori avrebbero potuto provocare – lo avrebbe fatto strangolare.

Gregorio XII, Angelo Correr (1406 – 1415) – Fu eletto all’età di ottanta anni. Ebbe un papato tormentato dalla presenza di più antipapi. Si dimise all’età di novanta anni, ma restò nella carica di cardinale vescovo.