Napoli, Maradona deve pagare 40 milioni all’Italia ma i suoi legali smentiscono l’Agenzia delle Entrate

L’avvocato Angelo Pisani, che ha assistito il Piibe de oro insieme all’avvocato Angelo Scala, venerdì mattina aveva annunciato che Maradona aveva vinto il contenzioso con il Fisco italiano. La Commissione Tributaria Centrale, ha riferito il legale, ha confermato la nullità, anche per Maradona, degli accertamenti fiscali eseguiti sul finire degli anni ’80 a carico della Società Sportiva Calcio Napoli e di suoi tesserati stranieri per compensi pagati a società estere per lo sfruttamento dei diritti di immagine. “Maradona – ha detto l’avvocato Pisani – è finalmente libero dall’incubo del fisco e dalle strumentalizzazioni a suo carico e ha dato mandato di agire in giudizio nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agente di riscossione per chiedere il risarcimento dei danni personali, all’immagine, patrimoniale e da perdita di chance subiti in questi anni di persecuzione con cartelle pazze”.

All’ora di pranzo arriva la “doccia fredda” da parte dell’Agenzia delle Entrate. “La Commissione tributaria centrale non ha annullato, né dichiarato estinto, né modificato il debito che il signor Diego Armando Maradona ha con l’erario italiano”. L’Agenzia delle Entrate che anzi sottolinea come sia stata “rigettata” la richiesta di adesione al giudizio sul Napoli avanzata dal calciatore.

Dopo il comunicato dell’Agenzia delle Entrate l’avvocato Pisani è intervenuto confermando la propria tesi e sostenendo che, nonostante dal testo del dispositivo emerga che il ricorso dell’ex calciatore è stato respinto, vi sarebbero contenuti effetti positivi anche il Pibe de Oro. “Per ora – scrive l’avvocato nella nota – secondo l’ultima sentenza dei giudici tributari, anche Maradona è libero dall’accertamento fiscale definitivamente annullato, oltre che oggetto di condono. Smentisco categoricamente il tentativo da parte dell’Agenzia delle Entrate di interpretare diversamente il contenuto del dispositivo della sentenza e di cercare di nascondere la verità posticipando una realtà che alla luce della confermata sentenza del 1994 e della sentenza del 29 gennaio 2013 risulterà prestissimo evidente. A questo punto presenteremo tutta la documentazione alla Procura della Repubblica per accertare la veridicità degli atti e dei fatti e di tutte le violazioni in danno di Maradona. Io so leggere i dispositivi e le sentenze conosco bene la differenza tra sentenze di rito e sentenze di merito e gli effetti di un giudicato in favore dei coobbligati di un accertamento fiscale nullo. L’unica verità è che non esiste alcuna sentenza di condanna di Maradona al pagamento di un debito inesistente perché frutto di un accertamento nullo per sentenza ormai definitiva, così come oggi non esiste alcuna cartella esattoriale notificata a Maradona e/o esecutiva nei suoi confronti. Confermo il mio comunicato, che rispecchia il dispositivo della sentenza essendo irrilevante che Maradona non abbia potuto partecipare a tale giudizio in quanto anche lui gode degli stessi effetti favorevoli dei suoi coobbligati e del suo datore di lavoro. Confermo anche il rigetto del ricorso dell’Agenzia delle Entrate da parte della Commissione Tributaria Centrale e la conseguente nullità assoluta per mancanza di prova dell’accertamento fiscale a carico di Maradona, dell’allora Società Sportiva Calcio Napoli, di Careca e Alemao, come anche l’estinzione dei procedimenti perché la Sscn nel 2001 per suoi problemi fallimentari ha anche proposto il condono e quindi pagato l’indebito accertamento”.