Reggio Calabria, arrestati gli imprenditori Giuseppe e Barbara Crocè

Padre e figlia, considerati collusi con la ‘ndrangheta, sono finiti in manette nell’ambito di una operazione della Dia reggina, insieme alla Guardia di Finanza e all’Arma dei Carabinieri, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. Eseguite venti perquisizioni e sequestri di beni mobili, immobili ed attività commerciali in varie regioni italiane: Calabria, Lombardia e Lazio.

Nel luglio scorso era stato arresto l’ex consigliere comunale di centrodestra di Reggio Calabria Dominique Suraci, ritenuto dagli inquirenti il referente della cosca Tegano nel settore della grande distribuzione alimentare e l’interlocutore politico del clan. Secondo l’accusa, Giuseppe Crocè e la figlia Barbara avrebbero tenuto fede ai patti assunti nel settore della grande distribuzione alimentare da Suraci con i Tegano attraverso contratti di fornitura con imprese riconducibili alle singole cosche cittadine. Imprenditori che, per la Dda reggina, hanno lavorato sotto la protezione delle più importanti cosche di Reggio Calabria riuscendo ad accaparrarsi enormi fette di mercato e accumulando patrimoni con modalità illecite. Tra i beni sequestrati figurano anche attività commerciali riconducibili, secondo l’accusa, a Suraci, che in alcuni casi erano ”schermate” da società fiduciarie anche di diritto estero.