Giuseppe Mussari lascia la guida dell’Abi

L’avvocato calabrese resta travolto nella questione derivati scoppiata al MontePaschi di Siena. Giuseppe Mussari ha deciso di fare un passo indietro dal vertice dell’Abi, rassegnando al vice presidente vicario Camillo Venesio le sue dimissioni “irrevocabili”.

Mussari, al suo secondo mandato da presidente, ricopriva questo incarico dal 2010. A scoppiare la grana del derivato con nome in codice Alexandria e si va ad aggiungere a quello emerso la scorsa settimana, firmato con Deutsche Bank, denominato Santorini. Insieme queste esposizioni potrebbero costare adesso al Monte un buco nei conti del 2012 fino a 700 milioni che verrebbero tamponato con i soldi dello Stato, ovvero con i 3,9 miliardi di emissioni di Monti-bond.

L’esistenza del derivato è stata confermata dalla banca che adesso vede alla guida il tandem Alessandro Profumo (presidente) e Fabrizio Viola (Ad). Con una nota è stato precisato che l’incremento deciso lo scorso novembre di 500 milioni di euro dei Monti Bond è stato deciso proprio per assicurare la copertura “degli impatti patrimoniali” causati dai derivati, tra cui l’operazione Alexandria. Un’esame attento della situazione sarà fatto dal Cda entro metà febbraio. Intanto, la reazione della Borsa sul caso è stata pessima. Il titolo ha perso, tra una serie di sospensioni al ribasso, il 5,68% a 0,27 euro. Scambi da capogiro con 621,1 milioni di pezzi passati di mano, pari al 5,31% del capitale. Secondo alcuni analisti ciò che preoccupa non è tanto l’aspetto contabile, viste le coperture in arrivo dai Monti-bond, quanto il danno alla reputazione della banca. Non è da escludere che venga sollevato in consiglio il tema dell’azione di responsabilità ai danni della precedente gestione.

A gettare ulteriori ombre sul caso è poi il giallo emerso in giornata sulle modalità di sottoscrizione del contratto con Nomura e Mps, che vedono ora le due banche su posizioni opposte. Da una parte la banca giapponese sostiene che l’operazione Alexandria sia “stata completamente esaminata e approvata ai massimi livelli di Mps incluso il cda e il presidente Mussari”; mentre da Siena è stato precisato che la questione non è mai stata presa in esame dal consiglio. Infine, il ruolo dei consulenti di Kpmg.