Nessuna trattativa tra Stato e Mafia

Una trattativa ci fu, ma “tra uomini dello Stato privi di un mandato politico e uomini di Cosa Nostra divisi tra loro e quindi privi anche loro di un mandato univoco e sovrano senza che i vertici istituzionali e politici del tempo ne fossero a conoscenza”. E’ la conclusione cui è giunto il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Pisanu, nelle 67 pagine di comunicazioni sui “grandi delitti e le stragi di mafia ’92-93”, lette oggi a palazzo San Macuto.

“Dal presidente della Repubblica Scalfaro ai presidenti del Consiglio Amato e Ciampi – ha premesso Pisanu – hanno sempre affermato in tutte le sedi di non averne mai, in quegli anni, neppure sentito parlare e non possiamo mettere in dubbio la loro parola e la loro fedeltà alla Costituzione. Ma resta il sospetto che dopo l’uccisione dell’onorevole Lima uomini politici siciliani, minacciati di morte, si siano attivati per indurre Cosa Nostra a desistere dai suoi propositi in cambio di concessioni da parte dello Stato”.

Ci furono tra le parti “convergenze tattiche” ma “strategie divergenti” dal momento che gli uomini del colonnello Mori “volevano far cessare le stragi”, i mafiosi “volevano svilupparle fino a piegare lo Stato”. Quanto invece ai contatti, molto più  confusi, che avrebbero dovuto portare alla soppressione del carcere duro, il presunto esito (il mancato rinnovo del 41bis a 334 mafiosi, 23 dei quali siciliani “di media caratura criminale”) “c’è una tale sproporzione – ha ammesso Pisanu – da mettere in dubbio la stessa ragion d’essere della trattativa”.

Un capitolo importante della relazione è stato dedicato alle stragi del ’92-93. “Conosciamo le ragioni e le rivendicazioni che spinsero Cosa Nostra a progettarle e ad eseguirle, ma è logico dubitare che agi’ e penso’ da sola. Di certo non prese ordini da nessuno – ha spiegato Pisanu – perché  ha sempre badato al primato dei suoi interessi e all’autonomia delle sue decisioni ma, quando le è convenuto, quando vi è stata convergenza di interessi, non ha esitato a collaborare con altre entità  criminali, economiche, politiche e sociali”.