L’Aquila, terremoto condannato a quattro anni Livio Bearzi, preside del convitto nazionale

La condanna per le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. La sentenza si riferisce al terremoto del 6 aprile 2009. Nel crollo rimasero uccisi tre minorenni: Luigi Cellini, 15 anni, di Trasacco e due stranieri, Ondreiy Nouzovsky di 17 anni e Marta Zelena di 16 anni. Altri due ragazzi rimasero feriti.

Il giudice ha invece assolto dalle stesse accuse l’allora dirigente della Provincia dell’Aquila Vincenzo Mazzotta, responsabile della struttura per conto dell’ente provinciale che gestisce il convitto e altre scuole. Quest’ultimo, difeso anche dal padre, l’avvocato Antonio Giuseppe Mazzotta, alla lettura della sentenza è scoppiato in lacrime.

Per entrambi, i pubblici ministeri Fabio Picuti e Roberta D’Avolio avevano chiesto 4 anni di reclusione. Secondo l’accusa, il preside non evacuò l’edificio dopo la scossa precedente a quella tragica delle ore 03:32 della notte tra il 5 e il 6 aprile 2009. Sia lui, sia l’allora dirigente della Provincia, sempre per l’accusa, non avrebbero mai sottoposto la vecchia struttura ai restauri.