Fermo, Giulia Bene 15 anni si è tolta la vita nel cimitero

Si tratta probabilmente di un suicidio. La giovanissima si sarebbe buttata dal terzo piano di un padiglione loculi, dopo avere lasciato nei pressi scarpe, giaccone e cellulare.

Una vita, la sua, apparentemente senza ombre. Appartenente ad una famiglia benestante, frequentava il primo anno delle superiori. Ma alcuni conoscenti la descrivono sensibile e fragile.

Genitori benestanti, una sorella più piccola, frequentava il primo anno di liceo. La scherma era la sua grande passione, ma da qualche tempo non si faceva più vedere in palestra. A gettarla nella disperazione, ha ipotizzato qualche amico, una recente delusione d’amore.

L’allarme per la sua scomparsa era scattato dopo pranzo, quando la ragazza non è rientrata a casa da scuola. A trovare il suo corpo, ormai privo di vita, sono stati alcuni operai che hanno chiamato i soccorsi. Hanno dato l’allarme, notando un corpo esanime, ma quando i militi della Croce verde sono giunti sul posto, ogni tentativo di salvarla era ormai inutile. La giovane è morta sul colpo dopo il suo tuffo da un’altezza di una decina di metri.

Oltre al giaccone e alle scarpe, è stato ritrovato il suo cellulare, che non era addosso alla ragazzina. E forse dai messaggi e dalle chiamate registrate nella memoria del telefono si potrà tentare di motivare un gesto inspiegabile.

L’adolescente, Giulia Bene, frequentava il primo anno del Liceo Classico. Abitava con la famiglia al quartiere di Marina Palmense.  A piangerla i genitori, entrambi impiegati di banca, ed una sorella minore.

Il padre Roberto è direttore della Carifermo di Montegranaro, dopo aver diretto la filiale di Monturano. La mamma è un funzionario della Tercas di Porto San Giorgio. Il nonno è un poliziotto in pensione.

Solo un mese addietro un altro suicidio, quello della ventunenne grottese Alessia Baglioni che si era tolta la vita a Roma dopo una delusione d’amore.