Modugno, tangenti in cambio di concessioni edilizie arrestato il sindaco Mimmo Gatti

Terremoto politico con gli arresti del primo cittadino in quota Pd, del consigliere comunale Giuseppe Rana (Udc) ed altri dieci tra amministratori pubblici e funzionari. L’accusa è di aver riscosso tangenti in cambio di concessioni edilizie. L’indagine della Guardia di Finanza era scattata già nel 2003. Soldi, professionisti, amici imposti agli imprenditori in cambio di licenze e concessioni edilizie, per anni a Modugno.

All’iniziale ipotesi di reato di concorso in concussione si è aggiunta, già la scorsa primavera, l’associazione a delinquere. Il sospetto è che ad imperversare per anni sia stato un gruppo organizzato. A quanto pare quando il Comune, rilasciava le licenze, non sempre queste erano conformi alle norme urbanistiche.

La svolta con l’operazione “Pay to build”. I militari del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito le ordinanze di custodie cautelari disposte dal gip Ambrogio Marrone su richiesta del pm Francesco Bretone, titolare dell’inchiesta. Tra le ipotesi di reato anche la concussione. Ai domiciliari sono finiti il sindaco Gatti, l’ex assessore comunale Vito Carlo Liberio, tecnici e funzionari comunali ed imprenditori. Gli indagati nell’ambito dell’ indagine sulla “cupola d’affari” che “governava” le concessioni edilizie nel Comune di Modugno sono in tutto 27. I 12 arresti, tre eseguiti in carcere e gli altri ai domiciliari, sono stati disposti dal gip del tribunale di Bari Ambrogio Marrone, su richiesta del pm Francesco Bretone.

Gli arrestati sono il sindaco in carica, Mimmo Gatti (Pd), il sindaco della precedente amministrazione, Giuseppe Rana (che è stato Pd e poi Udc), tre consiglieri comunali (il Pd Saverio Pascazio, architetto, l’imprenditore Vito Carlo Liberio, prima Pd poi ApI e un esponente Udc della passata amministrazione, Giuseppe Vasile), due dirigenti dell’Ufficio tecnico comunale (Emilio Petraroli, da poco in pensione, e Giuseppe Capriulo), e tre funzionari dello stesso Ufficio (Francesco Loiacono, Vincenzo Alfonsi e Sergio Maiorano), un imprenditore (Giuseppe Caggiano) e un dipendente del consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale (Francesco Stramaglia).

Agli indagati è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio, e in materia edilizia. Proceduto al sequestro di beni immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.