Catherin Asthon ed il significato di Unione Europea

In seguito all’entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Consiglio europeo ha nominato Catherine Ashton Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Presiede il Consiglio “Affari esteri” e dirige la politica estera e di sicurezza comune.

La Asthon, baronessa inglese, ha in varie occasioni dimostrato una personalissima interpretazione del concetto di “Unione Europea”, distante, almeno all’apparenza, dallo spirito che invece dovrebbe caratterizzare l’unione di Stati e di uomini di diverse Nazioni e tradizioni, uniti dal senso di appartenenza all’Unione.

Anche nel caso della vicenda dei due nostri Fucilieri di Marina in ostaggio dell’India l’approccio del Presidente del Consiglio europeo degli “Affari esteri” non è stato quello che ci sarebbe aspettato. Una risposta solo formale alla richiesta inviata da un significativo gruppo di cittadini italiani che auspicavano un’azione mediatrice nei confronti di Nuova Delhi perché fosse rispettato il Diritto Internazionale nei confronti dei due militari italiani prigionieri in India per ipotesi di reato universalmente riconosciute di esclusiva competenza dello Stato di appartenenza.

Nella fattispecie, il portavoce della Asthon ha comunicato, infatti, una serie di argomentazioni a dir poco “fumose”. “Caro Gruppo Facebook Ridateci i nostri Leoni…………. Permettetemi di aggiornarvi sulle azioni intraprese dalla EEAS in considerazione del caso dei due marines detenuti. I nostri sforzi, sia a Bruxelles che a New Delhi, si sono concentrati nel tentativo di aprire un dialogo con l’India al fine di affrontare la questione sulla regolazione della presenza di elementi armati a bordo di navi mercantili con l’intento di proteggere da eventuali attacchi di pirateria……………, in seguito all’incontro tra l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza nonché Vice-Presidente della Commissione Europea Catherine Ashton ed il Primo Ministro Italiano Monti a cui si fa riferimento, l’Unione Europea ha partecipato attivamente nella chiarificazione della legge applicabile …….. Confidiamo in una rapida soluzione della situazione sulla base delle concordate e riconosciute norme internazionali. Prendo atto che la questione è ora davanti alla Suprema Corte dell’India in appello della decisione della Corte del Kerala di perseguire i due membri del Battaglione San Marco. Non sarebbe corretto per l’UE intervenire in una questione che è posta dinanzi alle competenti istanze giudiziarie di uno Stato Straniero………………….”.

In sintesi, quindi, in questa occasione la Asthon non ha voluto interferire su aspetti giudiziari gestiti da uno Stato straniero. A distanza di qualche settimana la baronessa dichiara, invece “I am very concerned», per l’impiccagione di un terrorista in India”. Tale Ajmal Kasab, coinvolto nell’attentato di Mumbai del 2008, giustiziato due giorni orsono dopo una condanna a morte per aver provocato l’uccisione di 166 persone fra cui moltissimi cittadini indiani (ndr. Articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano “Il Giornale” – Fausto Biloslavo – marò Tace sui nostri soldati, protesta per lo stragista giustiziato: «Sono preoccupata»).

Due prese di posizione assolutamente diverse. Oggi la baronessa dichiara grande preoccupazione per una sentenza di un Tribunale di uno Stato sovrano, giudizio, peraltro, emesso nel rispetto del Codice Penale nazionale che prevede la pena di morte a cui l’India recentemente, e con una posizione ufficiale in ambito ONU, non ha voluto rinunciare. Diverso, invece, l’atteggiamento di qualche settimana fa nei confronti dei nostri due marò quando la Asthon avrebbe dovuto solo ricordare all’India l’opportunità dell’applicazione di leggi internazionali e di Convenzioni delle Nazioni Unite sottoscritte anche da New Delhi.

Nel caso del terrorista l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri è “concerned” per le decisioni giuridiche di uno Stato sovrano e commenta di fatto una sentenza. Nella vicenda dei due Marò preferisce, invece, non interferire su vicende all’esame dei Tribunali indiani.

Posizioni totalmente diverse. La prima condivisibile in quanto contro la pena capitale nel rispetto della vita umana. La seconda difficile da assorbire nel momento che la titolare della politica estera europea non si è voluta esporre a favore di cittadini dell’Unione.

Come cittadino italiano sono onorato di vivere in un Paese che vede il Tricolore italiano esposto a fianco della Bandiera dell’Unione Europea. Non posso però esimermi dall’esprimere perplessità sulla dualità espressa dalla Rappresentante della Politica Estera europea. Mi sarei aspettato dalla Asthon una posizione più definita ed inequivocabile nei confronti di due cittadini europei, peraltro appartenenti ad una Forza Armata di uno Stato membro.

Determinazione nell’assumere posizioni rivendicando il rispetto del Diritto Internazionale, avvalorando in ambito internazionale le tradizioni garantiste e democratiche del Vecchio Continente la cui affidabilità non può essere solo individuata sull’analisi di parametri economici ma difendendo ed affermando il concetto di “Unione”, intesa come coagulo di tradizioni, di valori etici e di diritti comuni a tutti i cittadini che ne fanno parte.