Bologna, tafferugli durante la manifestazione dei balneari

I manifestanti hanno cercato di sfondare il cordone delle Forze dell’Ordine che presidiavano l’ingresso, ma sono stati respinti con una piccola carica. Qualche minuto prima, uno dei manifestanti aveva dato fuoco alla bandiera italiana presente al di fuori dell’assemblea legislativa. Sono scoppiati alcuni petardi di fronte all’ingresso e uno è stato lanciato contro i poliziotti.

Alla manifestazione nazionale, con balneari da tutt’Italia non è mancato uno stand da Riccione con piadina e sangiovese, ombrelloni a forma di salvagente e persino croci da cimitero con sopra i nomi degli stabilimenti e i relativi necrologi a esorcizzare la paura di perdere le concessioni demaniali. I balneari sono rimasti tutto il giorno sotto l’occhio vigile degli uomini della Digos e del reparto mobile della Polizia, che hanno tenuto d’occhio e a tratti fronteggiato i manifestanti per tutta la giornata.

I gestori balneari hanno protestato contro la direttiva Bolkeinstein, in base alla quale dal 2015, l’affidamento delle concessioni sul demanio marittimo dovrà avvenire attraverso bandi con procedura ad evidenza pubblica. Una procedura, decisa a livello europeo, contro la quale i gestori si sono fatti sentire portando davanti alla Regione salvagenti, cartelli, ombrelloni e decine di croci bianche con sopra il nome dei loro stabilimenti. Una sorta di funerale simbolico delle loro attività.

Le categorie hanno contestato l’ultima bozza del decreto del ministro Piero Gnudi e attendono con una certa ansia il prossimo incontro a Bruxelles, di cui ancora non si hanno aggiornamenti, tra Governo-Regioni e Commissione Ue. Ma i balneari mantengono un occhio anche al Senato, dove potrebbero avanzare alcuni emendamenti al decreto considerati cruciali.

Il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, all’unanimità, sostiene la richiesta dei balneari e invoca per le spiagge italiane lo stesso trattamento che la Ue riserva alla Spagna. La risoluzione, presentata in aula dal capogruppo Pd, Marco Monari, ha raccolto le firme di tutti gli schieramenti politici presenti in Assemblea Legislativa. Nel documento si sottolinea che la direttiva Bolkestein sulle concessioni del demanio marittimo avrebbe impatti negativi sulle attività balneari italiani. In alcuni Paesi europei, però, il recepimento della direttiva “è avvenuto con modalità che paiono contrastare con le previsioni della Bolkestein, ottenendo tuttavia il placet della Ue”. La Spagna, in particolare, sta lavorando a una legge che proroga le concessioni balneari per 75 anni, “per ragioni di tutela ambientale e per la salvaguardia del patrimonio immobiliare e imprenditoriale, evitando così l’asta pubblica prevista dalla direttiva Ue”.

Una deroga del genere, si legge nella risoluzione unanime del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, “mette in seria discussione il principio stesso di apertura al libero mercato su tutto il territorio Ue, che è a fondamento della norma”. Per questo, si sostiene nel documento, “il caso spagnolo richiede un confronto immediato fra Governo italiano e vertici europei, al fine di verificare anche per l’Italia il sussistere dei presupposti che hanno consentito alla Spagna di agire in deroga all’indizione di aste pubbliche, con una proroga temporale estremamente consistente delle concessioni in essere”. Per questo, recita la risoluzione unanime dell’Assemblea legislativa, si “invita il Governo ad attivarsi in sede Ue affinché le medesime eccezioni riconosciute alla Spagna siano accordate a tutti gli Stati membri, al fine di evitare disparità di trattamento”. Si chiede all’Esecutivo anche di “sospendere l’iter di recepimento della  Bolkestein in attesa dei chiarimenti necessari”.