Scazzi, il giorno della verità di zio Michele Misseri

Dall’inizio del 2011 insiste sulla versione originaria, dicendo di aver fatto tutto da solo, dal delitto alla soppressione del cadavere. Per la Procura, invece, è responsabile solo di quest’ultimo reato. Sara sarebbe stata uccisa in casa del contadino dalla cugina, Sabrina Misseri, con l’aiuto della madre, Cosima Serrano. Zio Michele lunedì sarà sotto esame dinanzi alla Corte di Assise. Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, ma tutto fa pensare che risponderà alle domande di accusa e difesa. La Procura non crede al “dietrofront” di Michele Misseri. Per questo ora è imputato solo di soppressione di cadavere, oltre che del furto del cellulare della nipote e di danneggiamento seguito da incendio (bruciò vestiti e zaino della ragazzina). Via via sono cadute invece le accuse di omicidio volontario e violenza sessuale (inizialmente raccontò agli inquirenti di aver abusato del cadavere prima di nasconderlo). Tre le versioni fornite da Michele Misseri; almeno sette, invece, se si tiene conto delle variazioni, spesso non irrilevanti, apportate nei vari racconti. La prima è quella che risultò decisiva per ritrovare il corpo di Sara. Era la sera del 6 ottobre 2010, zio Miche’ crollò dopo ore di interrogatorio nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Taranto. Disse di aver ucciso la nipote in garage dopo un avance sessuale e il rifiuto della ragazzina, poi portò gli investigatori al pozzo in contrada Mosca nelle campagne di Avetrana, facendo ritrovare il cadavere e successivamente i resti di alcuni effetti personali della nipote. Nove giorni dopo, il 15 ottobre 2010, Michele Misseri tira in ballo la figlia Sabrina, che avrebbe trattenuto per le braccia Sarah mentre lui la strangolava con una corda. Sabrina viene arrestata. Il 4 novembre l’agricoltore cambia versione. E’ accaduto tutto in garage, Sabrina ha strangolato Sara, lui stava dormendo in casa ed è stato svegliato proprio dalla figlia. Alla vigilia di Natale, Michele Misseri scrive dal carcere alle figlie Sabrina e Valentina dicendo di aver accusato ingiustamente la secondogenita. Nel febbraio 2011, ma la notizia trapela solo dopo qualche settimana, Michele Misseri scrive al suo legale scagionando completamente la figlia. Da quel momento in poi zio Michele continuerà ad autoaccusarsi del delitto, cambiando però spesso ricostruzione. Mai, nelle sue versioni, l’agricoltore tira in ballo la moglie Cosima. In questi due anni si contano, da parte dell’agricoltore, anche il cambio di almeno tre avvocati, alcune interviste soprattutto televisive dopo essere stato scarcerato e la consegna alla Procura di un memoriale di 20 pagine, il 17 ottobre 2011, nel quale scagiona tutti. Zio Michele è libero dal 30 maggio 2011, moglie e figlia sono in carcere. Martedì, sempre in aula, toccherà alla figlia Sabrina e alla moglie Cosima.