Crotone, stop ai dializzati, intervento del sindaco Vallone

Ospedale Civile di Crotone30 pazienti nefrologici dell’Ospedale “San Giovanni di Dio” di Crotone hanno promosso un presidio permanente presso la struttura ospedaliera rifiutando anche la dialisi. Una forma di protesta grave e rischiosa per gli stessi dializzati che chiedono il ripristino della struttura di nefrologia dopo il dichiarato stop ai ricoveri. Una situazione gravissima che può generare disordini non solo nell’ambito ospedialiero. Pertanto il Sindaco della città, che già ieri stesso aveva incontrato i dializzati portando la sua personale solidarietà e della comunità crotonese, ha inteso rivolgersi con indignazione al Direttore Generale dell’Asp Rocco Nostro, al  Commissario Regionale per l’emergenza sanità e presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e per conoscenza alla Prefettura. Vallone si rammarica dell’atteggiamento ormai dventato autarchico da parte della Direzione Generale che sta procedendo a tagli indiscriminati senza tenere conto del parere contrario più volte espresso dall’assemblea dei sindaci.

Così Vallone scrive: “Suscita in noi vivissimo allarme la protesta estrema messa in atto dai cittadini dializzati del crotonese che hanno deciso di mettere in gioco la loro stessa sopravvivenza per opporsi alla protervia con la quale la Direzione Generale dell’ASP di Crotone ed il suo staff tecnico stanno dando attuazione a decisioni regionali, già contestate come approssimative nelle commissioni nazionali e contestabili regionalmente sia in fatto che in diritto, attuate con modalità, tempi di esecuzione e prassi amministrative lesive del diritto alla salute dei cittadini di questo comprensorio e della buona pratica sanitaria. A nulla è valso il confronto in Prefettura, coordinato con apprezzato senso istituzionale dal dr. Micucci, dal momento che anche la richiesta minimale sottoposta all’ASP dal Comitato dei Dializzati – condivisa da questa Amministrazione Comunale e dalle Associazioni ” Cittadinanza Attiva ” ed ” AIDO ” presenti alla riunione, di esperire la possibilità di riallocare gli otto posti aggiunti alla Medicina Generale – con ciò riconoscendo implicitamente la specificità, non vicariabile da altri, della grave patologia da cui sono affetti questi cittadini gravemente ammalati – nella loro sede precedente assolutamente più congrua rispetto all’attuale per la salvaguardia della loro fragilità sul piano igienico-sanitario ed attualmente non utilizzata, ha ottenuto un netto rifiuto, similmente al rigetto di ogni precedente proposta, comportamento che ha di fatto determinato l’estremizzazione della attuale protesta. Tale atteggiamento autarchico, che il sottoscritto – nella qualità di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’ASP di Crotone – ha già stigmatizzato con un atto di diffida al Direttore Generale, dall’accedere alla ristrutturazione del Presidio Ospedaliero per le evidenti incongruenze tecnico-amministrative nelle procedure e per le quali mi sono riservato di adire alle sedi giudiziarie competenti, non trova giustificazione alcuna specie se confrontata con la praticabilità della proposta, che non comporta alcun onere finanziario ed è limitata nel tempo, anche nella certezza di uno specifico tavolo di confronto con il Dr. Scaffidi, funzionario regionale del livello più alto del Commissariato per il PRS, e concordato dallo stesso Presidente Regionale ANED, prof. Bruno Tassone, presente a sostegno della legittimità della protesta, che prenda atto di decisioni regionali nel frattempo intervenute e che consentirebbero la favorevole soluzione del problema. L’attuale situazione quindi, generata dalla decisione del Direttore Generale dell’ASP di Crotone e del suo staff tecnico-operativo, pone oggettivamente, ed immediatamente per la forma di protesta, a rischio la salute dei dializzati specie nelle situazioni di urgenza per cui si chiede l’immediato accoglimento delle proposte formulate nella seduta di ieri in Prefettura in attesa del succitato tavolo regionale ed il cui ulteriore rifiuto comporterà da parte dell’ASP di Crotone l’assunzione di ogni responsabilità da essa derivante”.