Diffamazione, solo multe e non carcere per i giornalisti

Approvato dalla commissione Giustizia del Senato il disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, il cui iter ha subìto un’accelerazione dopo il caso Sallusti, dando all’unanimità mandato al relatore per la presentazione in Aula. Le multe restano da 5 a 100 mila euro, ma è stato approvato un emendamento secondo cui sono commisurate alla gravità dell’offesa e alla diffusione della testata.

Il relatore Filippo Berselli del Pdl ha riferito, al termine della riunione, di aver proposto una rimodulazione dell’entità delle pene portando il massimo della multa da 100 mila a 50 mila euro, ma la maggioranza della Commissione ha bocciato la modifica lasciando il tetto massimo a 100 mila euro. Prevista in caso di recidiva la sospensione dalla professione e dall’attività fino a sei mesi e poi come ulteriore aggravante, fino a tre anni. E’ stata approvata inoltre un’ulteriore ipotesi di aggravante in caso di coinvolgimento dell’editore nella diffamazione dolosa. La disciplina viene estesa non ai blog, ma solo alle testate giornalistiche diffuse anche per via telematica. Non è infatti passato l’emendamento presentato da Vita e D’Ambrosio (Pd) che chiedeva la non applicazione della normativa ad internet.