Crotone, dare in affitto ai cinesi Un porto che non decolla

Da anni, si parla e si discute del porto di Crotone, sino a 25 anni or sono uno dei più grandi e più movimentati del Mezzogiorno d’Italia.

Ma dalle parole e dalle discussioni non si riesce a cavare un ragno dal buco.

Chi legge è senz’altro a conoscenza che i cinesi sono alla ricerca affannosa di porti ubicati nel Mediterraneo. Infatti, il Daily Telegraph, recentemente, ha fatto rilevare che la strategia economica della Cina punta ad approfittare della recessione globale per investire nei vari Paesi europei.

Pechino ha già messo piede in Europa, tre anni or sono, prendendo in fitto – un accordo di 3,3 miliardi di euro nel giro dei prossimi 35 anni – una parte del porto del Pireo, in Grecia.

La Società Cosco, controllata dal Governo cinese, ha già investito oltre 500 milioni di euro per potere migliorare le infrastrutture portuali, riuscendo, così, a triplicare il volume di carico, tanto da essere in grado di caricare e scaricare 1,8 milioni di container ogni anno.

Ma la Cina non si limita a possedere soltanto pochi porti nel Mediterraneo, ma punta alla creazione di una serie di porti, di centri logistici, collegati con le ferrovie, al fine di poter distribuire agevolmente i prodotti cinesi in tutta l’Europa.

Infatti, quanto prima la Cosco dovrebbe associarsi con una società greca per la creazione di un complesso logistico, al fine di poter distribuire nei Balcani i vari prodotti di casa propria.

In una recente intervista, il Direttore Generale della suddetta Società ha affermato che, nel giro di un anno, il porto del Pireo diverrà il più importante del Mediterraneo (ma, forse, lo è già divenuto dopo la crisi che attenaglia il porto di Gioia Tauro).

A tal punto, ci si dirà, quale è il perchè di tutta questa lunga premessa. Eccola: per dire ai Politici della nostra città quanto segue: “Perchè non cercare di affidare la parte commerciale del nostro porto ai cinesi?”

Non solo vi sarebbero da collocare alcune migliaia di persone tra operai ed impiegati, ma anche perché potrebbero creare una base logistica nell’area ex fabbriche e perchè potrebbe risultare l’inizio di altri investimenti cinesi nella nostra zona.