Calosso, quattro fotografi, una locanda, le colline tra Langhe e Monferrato

Questi gli ingredienti iniziali di Cartoline – Scatti d’autore a Calosso, innovativo progetto di valorizzazione territoriale ideato da Patrizia Rossello, coordinato da Andrea Pozzoli e Salvatore Leto, e realizzato in collaborazione con il Comune di Calosso e l’associazione Amici di Calosso.

Calosso è un piccolo borgo in provincia di Asti, ubicato tra Langhe e Monferrato. Il suo paesaggio intatto, simbiosi perfetta tra lavoro dell’uomo e rispetto della natura, è uno dei migliori esempi di paesaggio vitivinicolo italiano, tant’è che l’intero territorio comunale è inserito nella zona candidata a divenire Patrimonio Unesco.

Quattro affermati fotografi piemontesi, diversi per approccio e formazione, durante una settimana del settembre 2012 si sono immersi nella magica atmosfera di Calosso e delle sue colline. Ospitati in un’antica locanda del centro storico, gestita da Renato Grimaldi e dalla Gina, i quattro professionisti dell’immagine si sono messi al lavoro su una ricerca fotografica; obiettivo: ritrarre Calosso e il suo territorio per creare cartoline d’autore. Un modo innovativo per coniugare ricerca artistica e promozione del territorio. I protagonisti sono: Laura Cantarella, Antonio La Grotta, Lorenzo Mascherpa, Elena Muzzarelli (Elmuz). Equipaggiati con mappe e pubblicazioni relative a Calosso, i quattro fotografi hanno iniziato a esplorare il territorio ed elaborare il proprio progetto. Tutti sguardi e punti di vista differenti per raccontare un unico luogo.

I risultati sono stati sorprendenti. Laura Canterella ha investigato il tema del lavoro, aspetto che più caratterizza un paesaggio fortemente antropizzato come quello di Langhe e Monferrato. Uno sguardo insistente agli spazi, ai luoghi che ospitano quel lavoro e dal quale sono plasmati, con una particolare attenzione alle nuove generazioni. Antonio La Grotta è partito dalla natura, punto di avvio e di arrivo di tutto. Una natura che si trova a convivere con l’uomo e i suoi prodotti. Un dialogo che evita gli stereotipi iconografici delle colline coltivate a vite, narrando di grandi alberi e recinti metafisici, sempre in bilico tra necessità e libertà. Lorenzo Mascherpa ha lavorato sulla riconoscibilità del paesaggio locale. Luoghi collocati a est, ovest e sud rispetto a Calosso: vigne, geometrie di verde e luce, panorami, architetture che diventano quinte di paesaggio. Punti cardinali che possono essere visti anche come punti di arrivo e di passaggio, da e verso, per collocazioni momentanee. Elmuz si è concentrata sul dono che la natura offre agli uomini. La natura infatti non persegue fini, si concede in tutta la sua bellezza e si dona senza aspettative. Spetta agli uomini ricavarne i frutti mantenendo quel difficile equilibrio tra pieni e vuoti, tra dono e privazione.

I prodotti finali di questa originale residenza sono cinque cartoline, una per ogni autore a cui se ne aggiunge una che raccoglie quattro ulteriori scatti. Alle cartoline si affiancano nove gigantografie collocate in esterno nel centro storico di Calosso. Grandi pannelli in pvc di due dimensioni diverse: m 2,50 x 3,00 e m 1,00 x 1,40. Le opere saranno visibili a partire da sabato 20 ottobre 2012, in occasione della Fiera del Rapulè, la consolidata manifestazione enogastronomica che ogni anno accoglie migliaia di visitatori per le vie di Calosso e nei suoi crotin, le antiche cantine scavate nel tufo di cui è provvista la maggior parte delle abitazioni del concentrico.