Grosseto, in aula un dispiaciuto Schettino

Seconda udienza a porte chiuse dell’incidente probatorio sul naufragio della Costa Concordia. Udienza celebrata al Teatro Moderno, alla presenza del comandante Francesco Schettino. Giunto su una Mercedes grigia ed entrato in aula da una porta laterale, l’ex Comandante della Concordia ha ascoltato i periti del Gip che hanno illustrato i risultati della maxi perizia svolta nei mesi scorsi sulle cause del disastro avvenuto il 13 gennaio scorso davanti all’isola del Giglio e costato la vita a 32 persone, sulle 4.200 a bordo.

Il comandante, che è indagato per il naufragio insieme ad altri otto tra membri dell’equipaggio e responsabili dell’unità di crisi di Costa, non può prendere la parola durante l’incidente probatorio, che proseguirà domani, ma deve limitarsi al confronto con i suoi consulenti, dando indicazioni perché essi intervengano nella discussione. Un modo per cautelarsi nella prospettiva del processo che lo riguarderà.

All’uscita dal Teatro Moderno due passeggeri tedeschi hanno raccontato che in aula Schettino ha stretto loro la mano, dicendosi “molto dispiaciuto” per la tragedia. La difesa dell’ex comandante ha perso intanto la prima carta quando il gip ha respinto le sue eccezioni, avanzate sulla base che l’incidente probatorio avrebbe dovuto coinvolgere anche il timoniere e che gli avvocati non hanno potuto fare sopralluoghi sul relitto a causa delle operazioni di rimozione.

Oltre a Schettino sono indagati il suo vice Ciro Ambrosio, i membri dell’equipaggio Roberto Bosio, Silvia Coronica, Salvatore Ursino e Andrea Bongiovanni, i componenti dell’unità di crisi di Costa Crociere Manfred Urspruger, Roberto Ferrarini e Paolo Parodi.

Per il legale di Costa Crociere, Marco De Luca, i periti del giudice hanno presentato una integrazione alla maxi perizia, secondo la quale l’unità di crisi di Costa Crociere la notte del naufragio non poteva fornire assistenza alla Concordia perché l’allagamento determinato dalla falla fu troppo rapido.

L’avvocato del comandante della Costa Concordia, Francesco Pepe, punta ad allargare il perimetro delle colpe “dalla perizia si evincono una serie di responsabilità non in capo al comandante Schettino”. Un legale che rappresenta le famiglie delle vittime ha detto comunque di volere andare oltre Schettino.

“La ragione della morte di queste persone non risiede nel capitano Schettino, ma nella società, nella negligenza delle sue pratiche e delle procedure di sicurezza e salvataggio”, ha detto Peter Ronai.

Sul palco del Teatro Moderno sono stati installati tre maxischermi sui quali viene proiettato il materiale video necessario alla ricostruzione del naufragio. In aula, oltre ai nove indagati con i loro difensori, il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio e i sostituti Alessandro Leopizzi, Maria Navarro e Stefano Pizza, oltre a 125 avvocati difensori di parti offese (che sono oltre 4 mila) periti e collaboratori.

Martedì sarà la volta dei magistrati, che potranno avanzare osservazioni sui risultati del lavoro del collegio peritale individuato dal Gip Valeria Montesarchio, mentre nei giorni successivi la parola passerà a consulenti e avvocati delle parti.