Il San Raffaele verso chiusura strutture sanitarie laziali

Una brutta notizia sul fronte sia dei pazienti che su quello occupazionale. Il gruppo Tosinvest ha avviato le procedure di cessazione delle attività sanitarie operanti nella Regione Lazio. A rischio ci sono 13 strutture in cui sono ricoverati 2.098 pazienti e nelle quali lavorano 2.074 dipendenti. L’annuncio in una nota del gruppo che accusa la regione Lazio di aver costretto San Raffaele a chiudere.

”Nostro malgrado saremo obbligati alla chiusura di 13 strutture sanitarie, con la conseguente dimissione di 2098 pazienti e la cessazione di 2074 rapporti di lavoro in essere. Visti i vani, ancorché titanici, sforzi, anche da parte dei sindacati, degli ultimi 18 mesi, San Raffaele – si legge nella nota- ringrazia la presidente Polverini ed i suoi dirigenti, ovviamente in ferie, pur in questa situazione critica, per tutto ciò che hanno fatto per migliorare l’assistenza alle migliaia di pazienti della Regione Lazio, che a noi si affidano, e per le migliaia di lavoratori direttamente ed indirettamente dipendenti da questo Gruppo”.

La nota ricorda che a seguito di provvedimenti regionali sono stati tagliati 400 posti letto, abbattute del 25% le tariffe e richiesto l’incremento di 300 unità lavorative. Inoltre da oltre 24 mesi il Gruppo, che vanta nei confronti della Regione Lazio crediti per 250 milioni di euro, non riceve pagamenti e da oltre 6 mesi non riceve acconti. Esiste poi un contenzioso per ulteriori 250 milioni di euro.

La società ricorda che nel luglio del 2011 venne emanato il decreto 62 che, ancora oggi, ”non ha trovato alcun riscontro applicativo, nonostante decine e decine di incontri, lettere, diffide, sollecitazioni da parte nostra”. E lamenta ”eclatanti ed inaccettabili disparità di trattamento” che la stessa Regione applica nei confronti dei vari Istituti sanitari del Lazio.