Sabato 4 il Santo Padre riceve i Giovani della Pace

Dopo l’appuntamento de L’Aquila e quello di Torino del 2010, l’appuntamento è a Roma, Aula Paolo VI, alle ore 10:00 per portare al Santo Padre le nostre convinzioni: “Il mondo si può cambiare con i giovani. Oggi!”. Saranno 7000 da tutta Italia e delegazioni dall’estero, i giovani che hanno già partecipato agli appuntamenti precedenti e che frequentano gli Arsenali del Sermig ma anche tanti che parteciperanno per la prima volta.

“Come gli appuntamenti precedenti, questo con il Santo Padre sarà un’occasione perché i giovani comunichino le loro convinzioni a esponenti della politica, dell’economia, della cultura, delle religioni presenti, affinché “i grandi” comprendano l’urgenza di ascoltare i giovani e ripartire da loro”. E’ quanto scrive in una nota Ernesto Olivero, a nome dei “Giovani della Pace”.

“Il passato ci ha lasciato una sfida apparentemente impossibile da superare: fame, guerre, malattie, violenze sui più deboli, una crisi economica senza precedenti… Noi queste sfide vogliamo affrontarle a viso aperto, con coraggio, con speranza, con passione per gli uomini, con Dio nel cuore e nei nostri comportamenti. Questo di Roma sarà un incontro di testimonianze – sottolinea Olivero – di conferma di un impegno personale e comunitario nel dire no con decisione a ogni tipo di avidità, di sballo e di dipendenza e sì ad una vita nuova costruita sulla convinzione che il mondo si può cambiare, in meglio; un momento in cui invocare l’aiuto e la benedizione del Dio della pace sull’umanità in questo tempo difficile che stiamo vivendo. Al Papa diremo la nostra determinazione nell’assumerci delle responsabilità, giovani come siamo e qualunque cosa facciamo e faremo nella vita. Operai, politici, economisti, giornalisti, sacerdoti, padri o madri… In ogni scelta faremo l’impossibile per combattere l’egoismo, l’avidità e l’odio che stanno portando la civiltà verso il declino. Ci impegneremo in prima persona a fianco di chi soffre per la fame, l’ingiustizia e le tragedie della guerra”.