Due anni senza mamma Natuzza

Era il primo novembre di due anni addietro quando la mistica di Paravati, paesino di poco più di tremila anime, frazione di Mileto, in provincia di Vibo Valentia, tornava alla casa del padre.

Quel giorno le campane hanno suonato a festa e non a lutto. Le campane simbolo di annuncio hanno richiamato l’evento. Natuzza Evolo è morta a causa di un blocco renale, per volontà dei parenti era appena stata “dimessa” dalla clinica di Catanzaro dove era ricoverata, per trascorrere gli ultimi istanti di vita nella casa degli anziani all’interno della fondazione “Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime” il centro polifunzionale fatto costruire dalla mistica con le offerte dei moltissimi visitatori.

Migliaia le persone che hanno reso omaggio alla salma di Natuzza, composta nella camera ardente allestita nel Centro per anziani della Fondazione, altrettanti ai funerali celebrati nel piazzale antistante la sede della fondazione Cuore immacolato, dal vescovo di Mileto, monsignor Luigi Renzo. Un pellegrinaggio che è durato per tutta la vita di Natuzza e che continua tutt’oggi perché migliaia sono in Italia ed in tutto il Mondo le persone che hanno partecipato e continuano a partecipare ai cenacoli di preghiera ispirati dalla mistica di Paravati.

Natuzza Evolo, una contadina di Calabria, con le stigmate, è stata associata alla figura di Padre Pio. E allo stesso modo le vengono attribuiti diversi miracoli sui quali la Chiesa deciderà per la beatificazione e per il successivo processo che potrebbe portare al riconoscimento della sua Santità. Dai migliaia che hanno raggiunto Paravati per conoscerla in vita e che ancora oggi, ancora adesso nei giorni della commemorazione della sua scomparsa si recano in Calabria, il sentimento comune è che Natuzza venga al più presto riconosciuta dalla Chiesa.