Inchiesta a Crotone sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Un volume di oltre cinquecento pagine, tante ce ne sono volute per contenere il lavoro della Commissione (presidente Pecorella, relatori Bratti, Volpi, Proietti, Cosimi, Grassano, Piffari) approvato nella seduta del 19 maggio 2011, riguardante il dramma del terzo millennio che sta interessando alcune regioni, tra le qualila Calabria, con riferimento alle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Ciò che è stato fatto dalla commissione, e cosa rappresentano oggi i rifiuti in Calabria, è stato illustrato nella giornata di martedì 18 ottobre 2011 presso l’aula magna dell’Istituto “A. Lucifero”.

Presenti, oltre a tutti i componentila Commissione, Peppino Vallone (Sindaco di Crotone) Stanislao Zurlo (presidente della provincia di Crotone) Benedetto Proto (presidente del consiglio provinciale di Crotone) I consiglieri regionali: on. Salvatore Pacenza, on. Alfonso D’Attolo (presidente commissione ambiente della Calabria) on. Franco Pugliano (assessore all’ambiente Regione Calabria), la senatrice Dorina Bianchi, il procuratore di Crotone Raffaele Mazzotta, il Prefetto di Crotone dott. Vincenzo Panico, di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti. L’argomento, ciclo dei rifiuti nella Calabria, per come è stato trattato dai vari relatori ha interessato e appassionato l’affollata sala che ha seguito con attenzione tutti gli interventi.

Crotone non è stato scelto a caso è detto nella relazione, il degrado in cui versa il territorio è noto da tempo, considerato che già con D.M. del 18 settembre 2001, n. 468, è stato approvato il regolamento recante il programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale delle aree ex Montedison ed ex Pertusola, ma non ancora avviato.

La relazione nel suo assieme ha riguardato anche la disamina attenta e rigorosa delle carenze amministrative e gestionale del ciclo integrato dei rifiuti nella Regione Calabria suddiviso in tre macroaree denominate, rispettivamente, “Calabria del Nord”, che comprende buona parte della provincia di Cosenza; “Calabria del Centro”, che comprende la provincia di Catanzaro e Vibo Valentia; “Calabria del Sud”, che comprende tutta la provincia di Reggio Calabria, e parte del territorio di Rossano e la provincia di Crotone. Il piano della zona sud prevedeva la realizzazione di cinque impianti di trattamento dei rifiuti solidi urbani, di cui due a Crotone.

Le indagini svolte dalla Commissione affermano che in Calabria l’emergenza rifiuti quantificata in una produzione di oltre 915 mila tonnellate (Crotone ne produce 76 mila tonnellate) non è stata ancora oggi superata, nonostante il commissariamento voluto dalla regione nello specifico settore della gestione dei rifiuti solidi urbani, avvenuto con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 12 settembre 1997, e la conseguente nomina di undici Commissari delegati dal Governo, che si sono succeduti a partire dal 21ottobre 1997. Quest’ultima nota è stata ripresa dal Governatore Scopelliti che, nel suo intervento, ha dichiarato: “giacché dopo tredici anni di commissariamento nessun obiettivo prefissato dai piani è stato raggiunto, entro la fine del 2012,la Regionedovrà recuperare le funzioni che riguardano la gestione dei rifiuti e la produzione differenziata dovrà passare dall’attuale 12-15% (dato contestato dal presidente Pecorella che ha affermato essere di gran lunga inferiore) al 60%”. Messo in evidenza dalla Commissione, l’esistenza di ben 485 discariche abusive alla data del 2009, tra cui 57 ancora attive, e questo ha significato – secondo Bratti – componente la commissione, che è stato impossibile controllare lo smaltimento dei rifiuti.